giovedì 31 marzo 2022

non solo terre esotiche

Da sempre le montagne extraeuropee hanno attirato alpinisti di ogni nazione al punto che chi ambiva a fare della passione per le vette il proprio lavoro poteva avere  un vantaggio a presentare nel curricula una o più salite in Himalaya, nelle Ande o in altre montagne che non fossero le casalinghe Alpi o gli italici Appennini o qualche altra catena montuosa europea. Dopo il ritorno a casa, il tempo di riprendere il vivere quotidiano ed ecco la pubblicazione del racconto di quell'avventur...

Quello che volevo scrivere con un lungo giro di parole, lo dicoin breve: personalmente non ho nulla contro le relazioni delle ascensioni in terra straniera, ma mi chiedo se in una nazione come l'Italia, con tutte le montagne che ha sul proprio territorio, è possibile che non ci sia più nulla, alpinisticamente parlando, da raccontare? Possibile che a parte la compilazione delle utilissime guide escursionistiche o alpinistiche, non ci sia più nulla da scrivere? Ma tutte le persone che frequentano le nostre valli alpine non hanno nulla da raccontare una volta tornati a casa, e durante le loro gite in quota non succede mai nulla? Non vivono più quelle emozioni, quelle esperienze uniche che ogni fine settimana impongono a migliaia di loro di caricarsi in spalla zaini più o meno pesanti ed avventurarsi verso vette e colli?

A contrastare questi miei pensieri ho trovato tre volumi di cui due sono editi da Monterosa Edizioni e il terzo da La Terza. Sono libri recenti che raccontano di avventure fuori porta in luoghi dove possiamo andare anche noi, magari a trascorrere un fine settimana, luoghi che ci fanno sognare e riscoprire una vita che ormai è relegata nei ricordi di pochi anziani, giusto per tornare a casa più ricchi di quando ne siamo usciti. E' per questo che mi sono piaciuti tanto.

Il primo libro è La via incantata. Nella natura, dove si basta a sé stessi di Marco Albino Ferrari, edito da  La Terza nel 2020. E' il racconto di come è nato il famoso Sentiero Bove che percorre le creste che fanno da confine al Parco Nazionale della Val Grande vicino a Verbania, in Piemonte. E' anche il racconto dell'avventura che ha vissuto l'autore ripercorrendolo per scrivere poi questo testo. E' riscoprire personaggi come Giacomo Bove, viaggiatore ed esploratore dell'ottocento ormai quasi dimenticato, come  Emilio Salgari, che al tempo del'inaugurazione del sentiero era giornalista e  come Edmondo De Amici scrittore italiano che non ha bisogno di presentazioni.  E' riscoprire una parte delle vicende che nel lontano 1880 portarono la Sezione CAI di Verbania a sviluppare l'idea di tracciare un sentiero in Val Grande e affidare la scelta del tracciato alla guida  Antonio Garoni. E' la storia della prima via ferrata d'Italia che contemporaneamente è anche il primo sentiero a tappe nazionale. Molto frequentato negli anni successivi alla stesura del tracciato, dimenticato  nel dopoguerra, dopo una meticolosa e faticosa ricerca del percorso originale era stato riscoperto e risistemato da Gualtiero Rognoni e Achille Montani, nella seconda metà degli anni 70 del secolo scorso. La riscoperta ebbe vita breve a causa di un atto di vandalismo  mirato al taglio di alcune catene indispensabili per la progressione. Ma la tenacia degli ossolani ha permesso di portare a termine la sistemazine del Sentiero Bove e ogni anno è percorso da esperti escursionisti. Non è certo un itinerario percorribile da tutti, per via di alcuni tratti attrezzati, ma il percorrerlo è un'avventura che ogni escursionista provetto dovrebbe provare una volta nella vita.

Il volume è un interessante mix passato e presente, che riporta alla giusta notorietà un personaggio e un sentiero che si erano persi nell'oblio del tempo.

Anche il secondo volume riguarda la Val Grande: si tratta di Cicogna ultima Thule. In cammino dal Lago Maggiore alla Val Grande di Fabio Copiatti edito nel 2020 da MonteRosa edizioni. Anche questo libro descrive un lontano passato  inframezzato ai passi di un cammino volto alla riscoperta di una zona che forse è un po' defilata rispetto ai percorsi principali della Val Grande. Il testo è corredado da vecchie fotografie  le cui interessanti didascalie sono raccolte nelle ultime pagine.
Mi è piaciuto in particolare perchè di solito quando si parla di escursioni nella prima area Wilderness d'Italia si intendono itinerari  situati proprio all'interno del parco. Questo invece descrive come arrivarci a piedi, partendo da Suna, sulla riva del lago Maggiore fino a Cicogna lungo antichi sentieri e tratti di strada, alla scoperta dei paesini che fanno da corona all'ingresso più famoso del parco. Si riscoprono luoghi e  sentieri che una volta erano percorsi abitualmente per recarsi da un paese all'altro. Vengono descritti aneddoti e pagine di storia che grazie all'autore   continueranno a vivere nella memoria. E' un libro utilissino non solo come guida ma anche per conoscere le tradizioni e la storia  di una zona che forse viene un po' trascurata a favore del più vicino e famoso parco.


Il terzo volume tratta della traversata da Alagna a Campello Monti lungo il tracciato del GTA. La prima cosa che balza agli occhi è che di solito questo tracciato viene percorso in senso inverso, parterndo dall'Ossola e andando verso la Valle d'Aosta, la seconda è che sono pochissimi gli italiani che lo percorrono ma è molto gettonato da  svizzeri e tedeschi. Ve lo dico con cognizione di causa perchè a volte la domenica sera vado a cena all'albergo Fontana di Rimella che fa da posto tappa e Sergio ed io siamo gli unici italiani: attorno a noi si sente parlare solo tedesco. Il tracciato è in comune con il vecchio Sentiero Walser, con una parte della Via dell'Oro che collega Novara a Macugnaga, con il percorso di Valle in Valle, e alcuni altri.ma chi è affascinato dalla cultura walser lo preferità di certo ad altri testi più storici. Si può sempre approfondire in un secondo tempo.  La descrizione di questa avventura, tra alti e bassi come ogni esperienza che si rispetti,  è descritta da Alberto Paleari in "La finestrella delle anime" pubblicato nel 2020  da Monterosa Edizioni. Il titolo è un chiaro riferimento all'antica usanza dei Walser di avere una finestrella che in occasione di un lutto familiare veniva aperta per consentire all'anima del morto di volare verso il cielo. Tutto il volume è ricco di aneddoti, tradizioni e storia dei sei comuni attraversati, e vi assicuro che c'è molto da scoprire. Inoltre Alberto Paleari è uno scrittore che garantisce una lettura piacevole e i suoi testi non sono mai banali.



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