mercoledì 20 maggio 2020

Due libri... strani ma attuali

In questi tempi di covid 19 la nostra vita ha subito quasi ogni genere di cambiamenti: le dimostrazioni di affetto al di fuori dell'ambito familiare sono diventate inesistenti, non possiamo più uscire di casa se
non per acquistare beni primaria  necessità o recarci in farmacia o per andare al lavoro. Anche se la situazione è un po' cambiata in questi ultimi giorni, la nostra libertà è comunque messa a dura prova.  Tutto questo mi ha fatto venire in mente due libri che ho letto tempo fa e che in qualche modo rispecchiano alcuni aspetti  della situazione che stiamo vivendo in questi ultimi mesi.

Il primo si intitola La parete  la cui prima edizione tedesca, dal teutonico titolo Die Wand,  risale al 1968. L'autrice, Marlene Haushofer, di origini austriache, racconta le vicissitudini di una donna che è invitata da una coppia di amici a trascorrere qualche rilassante giorno di vacanza in uno chalet di caccia situato in una imprecisata radura in un'altrettanto imprecisata zona di montagna. Tutto ciò che si sa è che appena arrivati allo chalet la coppia di amici si reca nel paese vicino per fare acquisti lasciando la loro amica in compagnia di Lince, il loro segugio bernese. Passano le ore ma la coppia non fa ritorno. Durante la notte lo chalet rimane isolato dal resto del mondo da una misteriosa parete invisibile sorta all'improvviso. Qui comincia il racconto, sotto forma di diario, della protagonista che, resasi finalmente conto di essere sola,  vede che proprio quella parete che l'ha isolata  da tutto, le ha preservato  la vita, perchè oltre la trasparente barriera sembra  che il tempo si sia fermato: tutto è immobile come se fosse scandito in un interminabile e infinito secondo.  Deve perciò industriarsi a risolvere i problemi a cui va inevitabilmente incontro, primo tra tutti come sopravvivere. Lo potrà fare solo grazie alle poche nozioni che, negli anni trascorsi nell'agiatezza,  aveva  dimenticato ed all'aiuto dei suggerimenti riportati su un vecchio calendario attaccato a un muro. Quella che l'aspetta è una  vita nuova, che la porterà ad avere una nuova conoscenza di sè, e che segnerà l'inizio di una lenta rinascita scandita dai ritmi della natura che la circonda e che l'aiuterà ad affrontare un futuro ricco di incognite, in compagnia di un cane, due gatti.  In una baita trova una mucca incinta,  diventa pastora e veterinaria, si inventa agricoltore, perchè riesce a piantare alcuni semi e alcune patate grazie alle quali riuscirà a sfamarsi in futuro; si inventa esploratore, perchè vuole capire quanto è estesa questa parete invisibile. Nel frattempo la primavera si è trasformata in estate e poi in autunno e bisogna preparasi per l'inverno che porterà un grande colpo di scena.
La protagonista termina la stesura del diario a causa di un banale problema: ha finito la carta sulla quale scrivere i propri pensieri, e con questo finale Marlen ci ha fatto un dono immenso, un dono che pochissimi autori fanno ai propri lettori.  Ognuno di noi può scegliere il finale che preferisce, quello che gli è più congegnale, quello che gli suggerisce la fantasia, quello che non delude mai, tutti andranno comunque bene.
Nel 2012 dal libro è stato tratto anche un film dal titolo Die Wand  interpretato da Martina Gedek e diretto da Julian Polsler. Nello stesso anno il film ha vinto parecchi premi tra i quali quello della giuria ecumenica al Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
Edito per la prima volta in italia nel 1989 il libro cartaceo nel 2018 è giunto alla  settima ristampa. E' disponibile anche nel formato ebook sia per kindle sia per kobo e tolino.



La parete di Marlene Haushofer, Roma: Edizioni E/O, 2010

Il secondo volume è ambientato tra le Alpi Veglia e Devero. Il titolo Fuggire all'alpe rispecchia all'apparenza il sogno  che molte persone appassionate di montagna e desiderose di vivere tra la natura, vorrebbero realizzare, ma che, per i più svariati motivi, non possono attuare. Tra gli appassionati di montagna, lanci la prima pietra chi nella vita non ha pensato almeno una volta di mollare tutto e andare a vivere in un piccolo paesino tra i monti, in sintonia con la natura, lontano dalla vita frenetica stressante e caotica che offre la città. In questo libro quel che cambia, quel che non è preso in considerazione nella realtà,  è il motivo per cui questa decisione viene presa dai protagonisti. La fuga è da una città caotica e violenta al limite della guerra civile dove vivere è diventato impossibile, una città dove l'anarchia la fa da padrone verso un luogo conosciuto per averci passato le vacanze in tempi più tranquilli. Se una volta si lasciava la montagna per recarsi in città verso un futuro fatto di posti di lavoro sicuri e di una vita più agiata, in queste pagine è una profonda crisi energetica, unita al pericolo vissuto nello stare in mezzo ad altre persone potenzialmente violente che innesca un'inversione di tentenza: si lascia la città per tornare alla sicurezza della solitudine offerta dalla montagna, dove la vita, nonostante gli inevitabili sacrifici, torna ad essere degna di essere vissuta.Come meta viene scelta l'alpe Veglia, che dove i protagonistitanti anni prima si recavano durante le vacanze ed i fine settimana per compiere escursioni verso i monti che circondano  la conca alpestre. Qui trovano alcuni loro amici che erano partiti tempo prima per lo stesso motivo e unendo le loro forze con quelle degli alpigiani già presenti formano una comunità che piano piano diventa sempre più autosufficiente.


La vita di tutti è scandita da regole prescise che nessuno ha imposto se non il buon senso e che tutti accettano incondizionatamente: quando c'è un problema se ne parla tutti insieme e si prende una decisione unanime.
Si sà che non sempre le ciambelle escono col buco, ed anche presso la piccola comunità che abita l'alpe e che accoglie i fuggitivi dalla pianura, la tranquillità tanto cercata è minacciata da qualcuno che vuole dominare, qualcuno che dotato di un forte carisma viene a sovvertire la tranquillità presente. Non tutti ci stanno e questo porterà ad alcune gravi decisioni.
Concludo con una personale riflessione: se ci fosse una comunità come quella citatanel libro io andrei a vivere là, dove nessuno comanda, dove regna il buonsenso, dove tutti aiutano e sono aiutati.
Fuggire all'alpe di Elvira Conti, Torino: Pangea edizioni, 1997

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