sabato 4 aprile 2020

L' avventura gli "sfrosit"

Contrabbando: una parola che evoca non solo gli enormi quantitativi di droga e altre merci importate illegalmente che periodicamente  le Forze dell'Ordine sequestrano a trafficanti senza scrupoli. Nelle terre di confine, in particolare quelle situate tra Italia e Svizzera, fino a pochi decenni fa, questa parola indicava un "lavoro" che spesse volte faceva la differenza tra l'avere due pasti in tavola e il potersi permettere l'acquisto di quanto serviva alle necessità quotidiane e la fame e  la povertà che spesso obbligavano le popolazioni di montagna all'espatrio forzato verso le città o luoghi anche lontani.
Tra la fine del 19° secolo e i primi decenni del 20° moltti colli delle Alpi  Pennine, delle Lepontine, e delle Retiche furono attraversati da gruppi di persone che trasportavano grossi carichi di merci alcuni dei quali arrivavano a pesare anche 40 kg,  che poi venivano vendute "sottobanco" al di qua o al di là del confine.Ad essere trasportati verso la Svizzera erano sopratutto  riso, gomme di biciclette, suole Vibram, salumi;  verso l'Italia sigarette, caffè, zucchero, tabacco, sale. Era un mondo, quello degli "Sfrosit" chiamati anche "Spalloni", che aveva un suo codice etico, al qual non era permesso sgarrare. Era una realtà dalle mille sfaccettarure dove contrabbandieri, popolazione e guardia confinaria erano, a seconda delle circostanze,  amici,  nemici o complici.
Dalle ricerche fatte è emerso che tra Ossola e Svizzera, partendo dalla  nostra vicina Valle Anzasca salendo verso nord fino al passo di Gries e scendendo poi fino alla Val Grande e alle montagne sopra Verbania, sono stati censiti ben 36 passaggi tra colli e canaloni che, più o meno frequentemente, furono percorsi dagli sfrosit nei loro viaggi. Potevano essere passaggi facili tipo il passo di Antigine tra la valle Anzasca e la valle di Saas o più difficili come il canalone di Gondo:  se salite verso il passo del Sempione, appena superato Gondo, la parete quasi a picco  che sovrasta le case presenta una grossa spaccatura, un ripido canalone ben visibile dal tratto di strada tra i due tornanti a monte dell'abitato. Già alla luce del giorno ha un aspetto un po' inquetante, pensate a farlo di notte, senza luna e con 30 o più kg in spalla: all'epoca era una delle vie più sicure, adesso per gli escursionisti di oggi è una via ferrata.
L'importanza di questo fenomeno è stata tale che ha  lasciato dietro sè una serie di nomi di montagne che gli rimarranno perennemente associati:   tra l'alpe Veglia e la val Divedro ci sono un pizzo Zucchero e un pizzo Caffè, sopra il Devero c'è un passo del Contrabbandiere, mentre un altro pizzo Zucchero è presente in valle Onsernone.
Ci sono altri luoghi diventati un simbolo del contrabbando, come il già menzionalto  passo di Antigine nei pressi del più famoso passo di Monte Moro, dove ogni anno si celebra una messa per tutti i contrabbandieri e i finanzieri periti sulle montagne. Un po' più facile invece  è arrivare a Macugnaga dove è stato allestito  il Museo del Contrabbandiere, ma sparpagliati ai piedi delle Alpi ce ne sono parecchi, in Val d'Intelvi, a Erbonne e molti altri.
Tutto questo ci viene raccontato da Erminio Ferrari, giornalista e scrittore di Cannobio, nel suo libro "Contrabbandieri. Uomini e bricolle tra Ossola, Ticino e Vallese" frutto di un'accurata ricerca su questo mondo, ottenuta intervistando gli ultimi protagonisti e analizzando scrupolosamente una montagna di documenti inerenti il contrabbando nel territorio dell'Ossola in  Piemonte. Grazie a lui abbiamo la possibilità di riscoprire questo mondo, fatto di fame, di avventura, di solidarietà e di aiuto, che se fino a pochi anni fa era  un po' dimenticato, ora  ha il potere di  sorprenderci anche svelando   le astuzie che ambedue le parti mettevano in atto per vincere la lotta.  Al termine del libro, uno degli ex contrabbandieri intervistati ha affermato di aver smesso coi viaggi quando si è reso conto che avrebbe dovuto andare in giro armato con il rischio di diventare un assassino, mentre un altro  ha affermato di avere cambiato vita perchè il contrabbando era finito in mano a gente che aveva solo la volontà del profitto facile e a tutti i costi, e quando nelle bricolle la droga aveva preso il posto  del riso, dello zucchero e delle altre merci.


Se quella di Ferrari è da considerarsi una preziosa documentazione, l'argomento, sotto forma di romanzo d'avventura, è stato ripreso anche in un suo  altro testo dal titolo "Passavano di là". E' un breve romanzo ambientato in valle di Bognanco. Il protagonista è l'anziano Meco  attorno al quale gravita la vita di un nugolo di persone. Filo conduttore del libro è l'aiuto che Meco dà a un marocchino che deve attraversare un colle per rifugiarsi i Svizzera.

Nel 1997 è uscito "Nel sole zingaro" di Benito Mazzi. E' una antologia di racconti che l'autore ha raccolto in giro per la valle Vigezzo. Sono i ricordi dei giorni che l'autore ha passato in compagnia della nonna che gestiva un'osteria a Meis e sono aneddoti raccolti dalle testimonianze di contrabbandieri nel corso di decenni di ricerche sul posto.

Un po' più ad est sono ambientate le vicende raccontate in "Sul confine" di Alberto Anzani dal quale è stato tratto anche un dvd. E' un libro singolare, ambientato a Cernobbio e sulle alture della sponda occidentale del lago di Como nel quale l'autore raccontata in prima persona testimonianze raccolte  durante anni di ricerche. Anche in queste pagine emerge  a volte l'aiuto reciproco che le due fazioni si davano reciprocamente: a volte erano gli spalloni che lasciavano una parte del carico, altre erano i finanzieri che chiudevano un occhio al passaggio degli sfrosit, il tutto per trovare un equilibrio tra le necessità degli uni e i doveri degli altri.

Spero di avere suscitato la vostra curiosità, perchè sono quattro libri che meritano veramente di essere letti.

Erminio Ferrari: Contrabbandieri. Uomini e bricolle tra Ossola, Ticino e Vallese; Verbania: Tararà, 2002 (2. Ed.)
Erminio Ferrari: Passavano di là; Bellinzona: Casagrande, 2002
Benito Mazzi: Nel sole zingaro: storie di contrabbandieri; Novara: Interlinea, 1997
Alberto Anzani: Sul confine; Como: Sax Editore,  2005

 

Nessun commento:

Posta un commento