tag:blogger.com,1999:blog-40857158133805380562024-03-14T06:30:23.797+01:00Pagine dai montiQuattro chiacchiere sui libri di montagnaBiblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.comBlogger22125tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-69890749123836526892022-11-08T17:30:00.006+01:002022-11-08T17:30:58.031+01:00vita da pastori<p> Uno dei suoni più belli da sentire in montagna è quello dei campanacci di vacche, delle capre e degli altri animali che ogni anno lasciano la pianura per salire a passare l'estate in quota. La loro ritmica cadenza segnala che gli alpeggi della zona sono ancora vissuti e che tra quelle mura in sasso, tra quei pascoli più o meno scoscesi si vive ancora secondo dei ritmi che nel corso dei decenni sono cambiati ben poco. A volte i pastori sono invidiati da noi cittadini per quel senso di libertà che solitamente associamo al loro tipo di vita: una vita libera soprattutto da orari di lavoro, a contatto con la montagna e mai soggiogata dai ritmi della frenesia imposti dal perenne correre verso il nulla di chi vive in città. Ma spesso in questa invidia ci dimentichiamo che quel senso di libertà è molto aleatorio e se vediamo il pastore che sorveglia attentamente il suo gregge apparentemente senza fare nulla, sta solo concedendosi un attimo di respiro dopo una sveglia alle 4 di mattina, se non prima, per mungere le vacche, fare il formaggio, pulire la stalla, e occuparsi di tutte quelle incombenze previste dalla vita in alpeggio e che devono essere svolte ogni giorno, domeniche comprese, prima di potersi concedere qualche minuto di sosta. </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLoSMMCzMYJT8uiqAoTCmtx4nVHZAwTjl6ihJLBSsFEuiB6rOVaf_Y_LPWR_ZDzMlaN1JEqeJpFiujRx2lFp1GSntcjoNIzCeWLfO8qc-6OPAjt9EVkkRz8rKL-I_m0s6uKXwf1u-Nxk9tDUXy61YaC99kGo8yHTrf4zxDLYiLVNGxtpA1xMlrwqFfGQ/s1980/image00001.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1980" data-original-width="1412" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLoSMMCzMYJT8uiqAoTCmtx4nVHZAwTjl6ihJLBSsFEuiB6rOVaf_Y_LPWR_ZDzMlaN1JEqeJpFiujRx2lFp1GSntcjoNIzCeWLfO8qc-6OPAjt9EVkkRz8rKL-I_m0s6uKXwf1u-Nxk9tDUXy61YaC99kGo8yHTrf4zxDLYiLVNGxtpA1xMlrwqFfGQ/s320/image00001.jpg" width="228" /></a></div>In questi ultimi anni la letteratura di montagna si è arricchita di numerosi testi che riguardano il faticoso mondo della vita negli alpeggi e la transumanza, a volte estendendosi a materie particolari come le caratteristiche dei formaggi prodotti in una certa zona o le decorazioni dei campanacci legati al collo delle vacche. <p></p><p></p>Per stare sul generale c'è un libro che mi ha affascinato che ha come autrice una donna che ha studiato profondamente la cultura legata alla vita negli alpeggi piemontesi. Il titolo è <i><b> Intelligente come un asino, intraprendente come una pecora: storie di animali, allevatori e montagna.</b></i> L'autrice è la torinese Marzia Verona, appassionata di montagna cultura e storia locale. Tra le 286 pagine che formano il volume si alternano nozioni scientifiche, tradizioni e soprattutto tanti aneddoti che ne fanno una lettura molto piacevole integrata da belle fotografie fatte dall'autrice. Il volume è pubblicato a Savignano dalla casa editrice L'artistica nel 2009. <p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQRR7rsmN7-yM3QaV_XHmP8pRMbUQY8MtoJHkcyd1nKNF_WxUoDu-aDf1xcxVbSsPYnIfYgermp11_JiupPFz0p4EhCgo7WfOd_dN6Q6nVzMQni0L8xlqvP0bJx3w2ybbPsnBYC1yST98_Oi4fZIWL8U9Cnm2JFmNdldbIxXe9FNnqj9Qh2_WKm_FQlw/s3116/image00002.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="3116" data-original-width="2175" height="279" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQRR7rsmN7-yM3QaV_XHmP8pRMbUQY8MtoJHkcyd1nKNF_WxUoDu-aDf1xcxVbSsPYnIfYgermp11_JiupPFz0p4EhCgo7WfOd_dN6Q6nVzMQni0L8xlqvP0bJx3w2ybbPsnBYC1yST98_Oi4fZIWL8U9Cnm2JFmNdldbIxXe9FNnqj9Qh2_WKm_FQlw/w194-h279/image00002.jpg" width="194" /></a></div>Tre anni prima, la stessa autrice ha presentato al pubblico un altro volume dai contenuti interessanti: <i><b>Dove vai pastore? Pascolo vagante e transumanza nelle Alpi Occidentali agli albori del XXI secolo. </b></i>Questa volta la casa editrice è la Priuli & Verlucca di Scarmagno ed il volume è il n 84/85 della famosa collana <i>Quaderni di cultura alpina.</i> Il volume è il risultato di due anni passati al seguito dei pastori nomadi transumanti del Piemonte e descrive la faticosa realtà che sopravvive nonostante le difficoltà che si incontrano tutti i giorni. Ora appresso a Fulvio, dopo seguendo Sandro, poi accompagnando Albino, giusto per citare i nomi di tre dei 20 pastori protagonisti, l'autrice ci guida verso la conoscenza di un vivere antico fatto di lunghe camminate, tante soste, gesti ancestrali e problemi attuali. Come d'inverno, quando il gregge di pecore sceso in pianura, deve spostarsi da un territorio all'altro e per farlo anche l'attraversamento di una strada carrozzabile può creare problemi non da poco, tra i quali c'è anche quello dovuto ad alcuni comuni che vietano il passaggio e lo stanziamento di pastori vaganti e delle loro greggi. Inoltre bisogna scegliere sapientemente i pascoli con sufficiente erba ed acqua per soddisfare i bisogni delle pecore in base al periodo di sosta previsto. Perchè per il pastore vagante il proprio gregge viene prima di tutto, anche di se stesso.<div><br /></div><div>Un volume più tecnico è senz'altro:<i style="font-weight: bold;"> Vita negli alpeggi valdostani nella prima metà del Novecento con una appendice su magia, </i><b><i>immaginario </i><i>e sup</i><i>erstizione negli alpeggi d'antan</i></b> di Alex Bétemps delle<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy-nlfA3Ags_1ZxQnJr3xuapl0YhXHKJZkembIlGV1bVTYvCTUPfg4WpIL5miFBYgygRDNLXacqrvPx42zYIV6QDcmGBV5XwlvEcNQPGVSY9GbYH0LP3bynR5B3iMLZSHM_sqB16ynb2arc-eywVVHfVnKFz5HilVCEUNn6T2abwkzEkSlNsbaPkdczg/s2356/image00004.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><i><img border="0" data-original-height="2356" data-original-width="1523" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy-nlfA3Ags_1ZxQnJr3xuapl0YhXHKJZkembIlGV1bVTYvCTUPfg4WpIL5miFBYgygRDNLXacqrvPx42zYIV6QDcmGBV5XwlvEcNQPGVSY9GbYH0LP3bynR5B3iMLZSHM_sqB16ynb2arc-eywVVHfVnKFz5HilVCEUNn6T2abwkzEkSlNsbaPkdczg/s320/image00004.jpg" width="207" /></i></a></div><b><i><br /></i></b>Edizioni Priuli & Verlucca, 2009. E' un'inchiesta su come si viveva all'alpe in Valle d'Aosta. e in Vallese, cantone svizzero dal quale proveniva molta manodopera ingaggiata negli alpeggi della Valleé. E' un libro molto differente da quelli citati qui sopra. In questo volume vengono esaminati gli aspetti più vari del vivere in quota con gli animali. Come si costruivano le baite? Quali razze bovine erano più adatte a pascolare sui monti? Come ci si regolava per la monticazione? In un'epoca in cui mancare alla messa domenicale era considerato peccato, com'era la vita religiosa all'alpeggio? Come si sceglieva il posto dove costruire la cantina per la conservazione del formaggio? Come si fabbricava il burro? Come era organizzata la proprietà consortile? Se un animale stava male, come si poteva curare?</div><div>Queste e mille altre domande trovano risposta nelle 165 pagine di testo. In un'appendice di 20 pagine vengono descritte le superstizioni legate agli alpeggi: fate, draghi, leggende, strane apparizioni e tutto quanto c'era di immaginario. Il mondo occulto a cui si ricorreva per dare una spiegazione a fatti inspiegabili. </div><div>Non si possono non citare le sei pagine con la ricca bibliografia consultata che certamente è d'aiuto a chi vuole approfondire la conoscenza di un mondo che si è modificato nel tempo e che sta lentamente scomparendo.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCMUWFb41bH9fMDtYjRANP5rOW194JmyoRB6hMkRrDaGI-eAfavC-pi5Lr2hLgpbZjWvr29V_x21ipeF6mZ-7CnAnSSePxj1ijYcSUzlEfwCyKQ8WJ8IAs3s0iU2N0L5Ltq8URYv6g33nTFx7FlUi7ezY8mzsjFuX9Pv7jukEexsXrhMDPmrtnDQJPPQ/s3074/image00005.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="3074" data-original-width="2171" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCMUWFb41bH9fMDtYjRANP5rOW194JmyoRB6hMkRrDaGI-eAfavC-pi5Lr2hLgpbZjWvr29V_x21ipeF6mZ-7CnAnSSePxj1ijYcSUzlEfwCyKQ8WJ8IAs3s0iU2N0L5Ltq8URYv6g33nTFx7FlUi7ezY8mzsjFuX9Pv7jukEexsXrhMDPmrtnDQJPPQ/s320/image00005.jpg" width="226" /></a></div></div><div><br /></div><div>Per la Valsesia voglio citare due volumi. Il primo è <i><b>Valsesia: volti d'alpeggio</b></i> a cura di Paola Riccardi e con bellissime fotografie in bianco e nero di Lorenzo Di Nozzi stampato in seconda edizione nel 2012 a Boca da Areadigitale. Una carrellata dei visi sorridenti dei pastori della zona dell'Alta Valsesia verso Alagna ritratti mentre svolgono il loro lavoro quotidiano. Dietro quei sorrisi si intravvede la fatica causata dall'impegno che richiede la scelta di vita che hanno fatto e la fierezza di portare avanti una tradizione ancestrale a volte tramandata in famiglia da generazioni. Le foto sono qua e là interrotte da poesie, preghiere e canti popolari in walser con a fianco la traduzione in italiano: sono piccole perle di sapienza tramandate attraverso queste pagine alle generazioni future.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUAAib03PlCavoWl8ZxvUmX6fgDPTemgmnFvgxuhPnGoUBxN5prWyrzuPngJBnoVR6hilS67tK84O2tHqi80OAGgeauRgP9Zmr5cIKYx8rwNWJhxjbuFaygrDd0DAGBslcX3jCUYGTSufj3-x1SpERXn9-on_MDXK0CvtcVwZOjJmpUP6Svs03L7AUIQ/s2672/image00006.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2388" data-original-width="2672" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUAAib03PlCavoWl8ZxvUmX6fgDPTemgmnFvgxuhPnGoUBxN5prWyrzuPngJBnoVR6hilS67tK84O2tHqi80OAGgeauRgP9Zmr5cIKYx8rwNWJhxjbuFaygrDd0DAGBslcX3jCUYGTSufj3-x1SpERXn9-on_MDXK0CvtcVwZOjJmpUP6Svs03L7AUIQ/s320/image00006.jpg" width="320" /></a></div>Del secondo volume si può dire che è un volume goloso:<i><b> Alpi, alpigiani e formaggi della Valsesia </b></i>opera di Daniele Barbaglia e Claudio Monti stampato per i tipi della Tipolitografia Testori di Bolzano N.se nel 2012. Questa è una guida a tutti gli effetti. C'è la storia dell'alpeggio, come si raggiunge, come si presenta, se la mungitura viene fatta a mano o a macchina, le caratteristiche delle cantine di conservazione del formaggio, se la produzione casearia è per uso esclusivamente personale o se l' eccedenza viene venduta a terzi. Vengono elencate le punte raggiungibili partendo dall'alpeggio e per finire non potevano mancare alcune curiosità. Gli alpeggi sono suddivisi a seconda della valle e del comune dove si trovano. Tra le informazioni riportate c'è anche quella utilissima che segnala la disponibilità dell'alpigiano ad offrire alloggio per la notte a singole persone o a piccoli gruppi . </div><div><br /></div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgq3O6FXYBbGJjYH-RmWKfbFlEZMmWSNrpPyhHF1eNGwvnaHP_tiqPcwgh1cUUguFg33yN6TTfl6FZSY4td78b3MUc4KylxgMC80mpp6QkPi0GHcXAvo5suD1OibNkE_sEGz-1GE6jrQ-m-D6UwxfvNWfu4QbC7GKP2AEZxVPN4JJZmxluNzCKQVVxaHw/s3479/image00001.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="2925" data-original-width="3479" height="269" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgq3O6FXYBbGJjYH-RmWKfbFlEZMmWSNrpPyhHF1eNGwvnaHP_tiqPcwgh1cUUguFg33yN6TTfl6FZSY4td78b3MUc4KylxgMC80mpp6QkPi0GHcXAvo5suD1OibNkE_sEGz-1GE6jrQ-m-D6UwxfvNWfu4QbC7GKP2AEZxVPN4JJZmxluNzCKQVVxaHw/s320/image00001.jpg" width="320" /></a></div>Ed infine non si può non citare un volume che forse è stato tra i primi a descrivere l'ancestrale mondo dei pastori. E' un volume di difficile reperibilità, ma che ancora si può trovare presso alcuni antiquariati librari e merita di essere presente nelle librerie di tutti coloro che amano la montagna. Sto parlando di <i><b>Fame d'erba</b></i> con testi di Giorgina Vicquéry, Giuseppina Simonetti, Giuseppe Simonetti e Gianfranco Bini e belle foto a colori di Gianfranco Bini. Edito da Virginia Edizioni di Pero (MI) nel 1979. Il volume è completo di custodia di cartone molto utile per conservare i suoi 5 cm di spessore. Il testo è inframezzato da foto a colori che ritraggono i pastori durante le fasi stagionali del loro lavoro. Anche questo è un libri inchiesta dove sono le foto, più che le parole a raccontare la vita del pastore nelle giornate belle e nei momenti brutti. </div><div><br /></div><div>Certamente questa non è una bibliografia esaustiva, perché nei libri citati si parla più che altro di pastori di pecore, ma può essere un punto di partenza per capire un po' di più questo ancestrale mondo che va scomparendo. In questi ultimissimi anni si riscontra un aumento di giovani che si sono avvicinati a questa professione e speriamo che il loro numero continui ad aumentare.</div><div><br /></div><div><br /></div>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-33649574693454179302022-06-30T11:28:00.003+02:002022-06-30T11:28:59.253+02:00Camminate per la prossima estate<p>Innanzitutto chiedo scusa per il lungo silenzio. In biblioteca sono sola e non riesco a stare dietro a tutto, quindi vi chiedo di avere pazienza se non riesco a essere più attiva su questa pagina.😘</p><p>Detto questo, in previsione dell'imminente perido delle ferie, vi voglio consigliare alcune guide dalle quali potete trarre spunto per quel trekking di più giorni che da anni avete in mente di fare, ma che, per vari motivi, non siete riusciti a organizzare. C'è già un post che riguarda alcuni Cammini circoscritti agli Appennini, ma adesso il coronavirus permette di muoversi un po' di più e andare anche un po' più lontano. </p><p>Uno dei classici tour, forse tra i più famosi è quello del Monte Bianco a cavallo di Italia, Svizzera e </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjIIW4KDMBulOZ3wxCfO9y-X7Uk6M6h3eiO06k0ZwygrwUTTUfDhrd6_MakNMhmxcL5XmgeW8yLx4azHFDQdPU5-KRKnr9BjhQt9f1P76Tda8ojSgkNiZtkCF2a6Tk96Uf8Q3TXmmRfAedUZ6nUazvcZlWhBnw9zK1-vKIyMFhlU-vLnDXatKFAlVIYg/s821/TMB.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="821" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjIIW4KDMBulOZ3wxCfO9y-X7Uk6M6h3eiO06k0ZwygrwUTTUfDhrd6_MakNMhmxcL5XmgeW8yLx4azHFDQdPU5-KRKnr9BjhQt9f1P76Tda8ojSgkNiZtkCF2a6Tk96Uf8Q3TXmmRfAedUZ6nUazvcZlWhBnw9zK1-vKIyMFhlU-vLnDXatKFAlVIYg/s320/TMB.jpg" width="209" /></a></div><br />Francia. Definirlo spettacolare è dire poco e senz'altro merita di essere percorso almeno una volta da ogni escursionista. Nel 2020 è stata pubblicata dalla Alpine Studio (www.alpinestudio.it) di Lecco una guida molto interessante per contenuti e formato. Sono 130 pagine che alternano foto a colori, mappe con il tracciato, pagine di testo con la descrizione e consigli utili su vari argomenti. Il formato compatto di 17,5x12 cm permette di portarla nello zaino in modo di averla sempre sottomano. La descrizione dei percorsi è molto accurata e suddivisa in microtappe numerate in sequenza, riportate sulle cartine allegate, quindi è difficile sbagliare sentiero. E' la prima volta che incontro una descrizione così e mi ha favorevolmente impressionata. Sono riportate anche le numerose varianti all'itinerario principale, con tutte le curiosità legate ai posti tappa e ai paesi di fondovalle toccati dall'itinerario. Un'ultima cosa che vi voglio segnalare è che a pagina X dell'introduzione c'è una tabella che riporta il variare della lunghezza delle tappe a seconda dei giorni che avete a disposizione per percorrere il tour e che possono variare da 4 per i più allenati, ai 10 riservati a chi vuole gustarsi meglio questo magnifico giro attorno alla montagna più alta d'Europa. Due utili appendici concludono il libro: la prima riporta tutti i n di telefono utili degli uffici turistici, mentre la seconda è un lungo elenco di rifugi, agriturismi e hotelche si incontrano lungo il tour con indirizzi, telefoni, email, n. posti letto, siti web e mesi di apertura. Tutto sommato è un'ottima guida che offre informazioni che non si trovano su altre guide sul Tour del Monte Bianco.<p></p><p>Se invece avete già fatto il giro del Monte Bianco e volete qualcosa di nuovo ecco un'altra guida che fa per voi. Il titolo è "I grandi tour delle Alpi Occidentali" ed è stato edito nel 2016 da Gribaudo (www.ibs.it). Vi sono descritti ben 16 giri ad anello attorno ai principali gruppi montuosi delle Alpi occidentali. Alcuni, come quello del Monte Bianco, sopra menzionato, o la Grande Balconata del </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMC5gqfDVg8o1pAEzQa-n6KlEJ-q_VIAoLDFdOt0bGlRxpcdZtldpd_-TC9aJDTMmMKt3Kg4yxQwMI-e9mtzMDYkbyoWrDhF0RKh3N7ICQgwmFiLfUwZgchkCzfdcRWgejwKL7BbX80bglV8sQTmRfKkvHpmm_SNa-9ZOtDLzRl6oKnwYEpJLk03kLqQ/s2427/image00002.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="2427" data-original-width="2040" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMC5gqfDVg8o1pAEzQa-n6KlEJ-q_VIAoLDFdOt0bGlRxpcdZtldpd_-TC9aJDTMmMKt3Kg4yxQwMI-e9mtzMDYkbyoWrDhF0RKh3N7ICQgwmFiLfUwZgchkCzfdcRWgejwKL7BbX80bglV8sQTmRfKkvHpmm_SNa-9ZOtDLzRl6oKnwYEpJLk03kLqQ/s320/image00002.jpg" width="269" /></a></div><br />Cervino o il tour dell'Argentera e quello dei Combins sono molto famosi, altri come il tour de Queyras, o quello de la Sana o quello dei Cerces sono più sconosciuti. Per ogni giro c'è una scheda che riporta l'accesso, la durata, la difficoltà e informazioni relativa a dove dormire, la presenza di acqua sul territorio e il periodo migliore durante il quale organizzare il trekking. Vi sono elencate anche la cartografia e la bibliografia che può interessare, ma la descrizione degli itinerari è abbastanza succinta, relegata com'è a un'unica pagina per ogni giro. Stupende le foto che corredano il testo e fanno venire la voglia di partire subito. Per chi non vuole portarsi dietro il libro, nel risvolto della terza di copertina è ricavata una tasca che contiene le schede cartacee degli itinerari descritti. <br /><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Se avete scelto la Sardegna per passare le vostre vacanze, vi potrà essere utile "Il top del trekking in Sardegna" che ha per sottotitolo "Escursioni e lunghi trekking e vie ferrate alla scoperta della natura <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB1cKtpCyxBNbD-dD8CZsokLbFNiRqA2BO337LBGrPZedVleQPIqPt1Gj867JAcJnsSuvy4d5J5iiECmpAqz3Rmr2kUJvfWhIPI60NG7jlWAVEWemLG2Yjl0lxUa5d4zpjH7lZrDfC1QUYnLRQu84xYi4p1806KYtMEkRI6vPf7Fo0ST4oKYSc_rUQ6g/s657/trekkingsarde.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="657" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB1cKtpCyxBNbD-dD8CZsokLbFNiRqA2BO337LBGrPZedVleQPIqPt1Gj867JAcJnsSuvy4d5J5iiECmpAqz3Rmr2kUJvfWhIPI60NG7jlWAVEWemLG2Yjl0lxUa5d4zpjH7lZrDfC1QUYnLRQu84xYi4p1806KYtMEkRI6vPf7Fo0ST4oKYSc_rUQ6g/s320/trekkingsarde.jpg" width="244" /></a></div><br />selvaggia dell'isola". L'autore è Corrado Conca e l'editore è Segnavia (www.edizionisegnavia.it). I lunghi giri di più giorni sono solo 4: Le creste del Monte Albo, Il Trekking delle bocche, La Grande Traversata del Samonte, e Il Selvaggio Blu, ma ce n'è abbastanza per non annoiarsi. Se poi scegliete una ferrata sono ben 10 quelle proposte tra le quali vi ricordo quella del Cabriol a Capo Caccia, la ferrata di Gutturu Xeu a Iglesias, l'Iscala Us Oggiastros, mentre se volete qualcosa di più spettacolare ci sono le escursioni alle gole di Su Gorropu, e i paesaggi vulcanici del Monte Torru oppure le miniere nel Blu. Il volume è ben strutturato con una descrizione di ogni itinerario accresciuta da una scheda riassuntiva ricca di informazioni: tempo, sviluppo e dislivello totali, punto di partenza e di arrivo con le indicazioni dei trasporti pubblici per raggiungerli, segnaletica, grado di difficoltà e la cartografia della zona. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Non sono mai stata in Sardegna, ma mi pare che la descrizione degli itinerari sia molto accurata. Sono riportate anche le numerose varianti di ogni itinerario e curiosità sui luoghi attraversati. Grandi e belle foto a colori completano il testo e possono aiutare nella scelta della zona da visitare. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVdOf2VuvnfFek-RJb9tvA0ktQcBO4r-PMp8cun8EY5FXmyNvxfX4oNFeHzwYGZnKMx1LD7hwSQp36LKXdRa0iOX9diENhol3MljVsCJ1gnEKLeAXCretr1k2-IzhpyQpgi7q5-WtgRaNhZaYLUAbYohEE-vhzYYEoKGPfcl9iybDA7y90A2RydvS2Sg/s128/trekmondo.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="128" data-original-width="100" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVdOf2VuvnfFek-RJb9tvA0ktQcBO4r-PMp8cun8EY5FXmyNvxfX4oNFeHzwYGZnKMx1LD7hwSQp36LKXdRa0iOX9diENhol3MljVsCJ1gnEKLeAXCretr1k2-IzhpyQpgi7q5-WtgRaNhZaYLUAbYohEE-vhzYYEoKGPfcl9iybDA7y90A2RydvS2Sg/w150-h192/trekmondo.jpg" width="150" /></a></div>A volte però non si hanno le idee molto chiare sulla meta delle nostre ferie, oppure le vacanze in un periodo diverso dai classici mesi di luglio e agosto, ci invogliano a visitare luoghi più distanti. Sono trekking da preparare con notevole anticipo per i quali è essenziale raccogliere informazioni preliminari. Vi riconoscete in questa situazione? Allora il vostro libro è "Trekking intorno al mondo. Idee, itinerari, consigli pratici" edito da Lonely Planet, casa editrice specializzata in guide turistiche e di provata serietà. Jonathan Tartour descrive sommariamente 240 itinerari di più giorni sparsi per i cinque continenti suddivisi per nazione. E' un volume utilissimo per chi non ha ancora le idee chiare su dove andare: si sceglie prima il continente, poi lo stato ed ecco un elenco dei trekking più belli ivi presenti. Una breve scheda riporta la durata, il grado di difficoltà, il luoghi di partenza ed arrivo, la distanza da percorrere e se l'itinerario è una traversata o un giro ad anello. L'indirizzo al sito web dedicato completa la scheda, ma per 52 trekking la descrizione è più approfondita, ma richiede comunque l'utilizzo di una guida specializzata. Infine vi segnalo le prime pagine di questa guida dove se siete alle prime armi, troverete utili suggerimenti su come organizzate il vostro trekking: cosa mettere nello zaino, come organizzare una piccola farmacia da portarvi dietro, come scegliere il sacco a pelo, il fornello da campo, la tenda, le calzature ecc. perchè il mercato offre molte soluzioni tra le quali è difficile destreggiarsi e la scelta di un prodotto piuttosto che un altro, può incidere sulla buona riuscita della vacanza. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Infine un'ultima guida utile per farsi un'idea di dove andare. Si tratta di "Per Alpes. 20 itinerari circolari per scoprire le Alpi camminando" edito nel 2010 dal Segretariato permanente della Convenzione delle <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOLSOO_ADyrFUr6rRYhQNUZbvHAnSVj3YZzj3n9LBtZdIerS7KWSLMqUEOQSAj2bEjmYUGEm7cveACoyu_NLz5EuJI22NWUldSUl-_hNobd7Twknajwj7KHgzqFqeX0mah3nGSOowFy8WHQTQluOOxkv6yphY00XznsO2DXKd3ZIYPGP_3sjgkAJKFBw/s335/xapes.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="335" data-original-width="240" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOLSOO_ADyrFUr6rRYhQNUZbvHAnSVj3YZzj3n9LBtZdIerS7KWSLMqUEOQSAj2bEjmYUGEm7cveACoyu_NLz5EuJI22NWUldSUl-_hNobd7Twknajwj7KHgzqFqeX0mah3nGSOowFy8WHQTQluOOxkv6yphY00XznsO2DXKd3ZIYPGP_3sjgkAJKFBw/s320/xapes.jpeg" width="229" /></a></div><br />Alpi. Ve lo segnalo perchè ci trovate, oltre alla descrizione dei classici trekking delle Alpi occidentali, un'interessante raccolta di informazioni su quelli a cavallo di Italia ed Austria. Bernina, Raetikon, Civetta, Dreilanderweg, Grossglokner, Triglav se cercate info su questi trek, e altri, nelle Alpi dell'est su questo libro ci sono e sono descritti molto bene nei punti principali anche se in maniera un po' breve. Il volume si apre con una presentazione della Convenzione delle Alpi seguita da utili consigli su come percorrere in sicurezza gli itinerari descritti. Poi inizia la descrizione degli itinerari a partire dalle Alpi Marittime per salire verso Monte Bianco e Monte Rosa e continuare verso Est fino alle vette del Triglav. Ogni descrizione comprende le info classiche (orario, lunghezza i km, difficoltà, dislivello ecc.) che vengono integrate con indirizzi di siti web di vario interesse a cui rivolgersi per avere ulteriore info. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Tra questi libri troverete certamente lo spunto per una delle vostre future vacanze, almeno lo spero e quindi vi auguro buone vacanze, che siano lunghe, divertenti e indimenticabili.<br /></div></div><p></p>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0Via Costantino, Via Durio, 16, 13019 Varallo VC, Italia45.8146187 8.255647845.8116275100266 8.2513562655761721 45.8176098899734 8.2599393344238283tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-62174571470780256402022-03-31T18:46:00.000+02:002022-03-31T18:46:29.068+02:00non solo terre esotiche<p style="text-align: left;">Da sempre le montagne extraeuropee hanno attirato alpinisti di ogni nazione al punto che chi ambiva a fare della passione per le vette il proprio lavoro poteva avere un vantaggio a presentare nel curricula una o più salite in Himalaya, nelle Ande o in altre montagne che non fossero le casalinghe Alpi o gli italici Appennini o qualche altra catena montuosa europea. Dopo il ritorno a casa, il tempo di riprendere il vivere quotidiano ed ecco la pubblicazione del racconto di quell'avventur...</p><p>Quello che volevo scrivere con un lungo giro di parole, lo dicoin breve: personalmente non ho nulla contro le relazioni delle ascensioni in terra straniera, ma mi chiedo se in una nazione come l'Italia, con tutte le montagne che ha sul proprio territorio, è possibile che non ci sia più nulla, alpinisticamente parlando, da raccontare? Possibile che a parte la compilazione delle utilissime guide escursionistiche o alpinistiche, non ci sia più nulla da scrivere? Ma tutte le persone che frequentano le nostre valli alpine non hanno nulla da raccontare una volta tornati a casa, e durante le loro gite in quota non succede mai nulla? Non vivono più quelle emozioni, quelle esperienze uniche che ogni fine settimana impongono a migliaia di loro di caricarsi in spalla zaini più o meno pesanti ed avventurarsi verso vette e colli?</p><p>A contrastare questi miei pensieri ho trovato tre volumi di cui due sono editi da Monterosa Edizioni e il terzo da La Terza. Sono libri recenti che raccontano di avventure fuori porta in luoghi dove possiamo andare anche noi, magari a trascorrere un fine settimana, luoghi che ci fanno sognare e riscoprire una vita che ormai è relegata nei ricordi di pochi anziani, giusto per tornare a casa più ricchi di quando ne siamo usciti. E' per questo che mi sono piaciuti tanto.<br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiWvFKYw3WParKNWEEo7ZfPuMFxZ6hDJxSb1501c6QLkpDJ-Q4Lau1-fusCuDueU9nq-Z3HvZB4YLppt7sEHshIpkheRgpykwytkPYliXu6-SyqpBSltbN_3DOJLP-XetJ49ve1FnHITQEvWxfjyQ4y4am79JKJEQA31UtW5eE9vyrT3lhiqADr_xlxRg=s790" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="790" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiWvFKYw3WParKNWEEo7ZfPuMFxZ6hDJxSb1501c6QLkpDJ-Q4Lau1-fusCuDueU9nq-Z3HvZB4YLppt7sEHshIpkheRgpykwytkPYliXu6-SyqpBSltbN_3DOJLP-XetJ49ve1FnHITQEvWxfjyQ4y4am79JKJEQA31UtW5eE9vyrT3lhiqADr_xlxRg=s320" width="217" /></a></div>Il primo libro è <i>La via incantata. Nella natura, dove si basta a sé stessi</i> di Marco Albino Ferrari, edito da La Terza nel 2020. E' il racconto di come è nato il famoso Sentiero Bove che percorre le creste che fanno da confine al Parco Nazionale della Val Grande vicino a Verbania, in Piemonte. E' anche il racconto dell'avventura che ha vissuto l'autore ripercorrendolo per scrivere poi questo testo. E' riscoprire personaggi come Giacomo Bove, viaggiatore ed esploratore dell'ottocento ormai quasi dimenticato, come Emilio Salgari, che al tempo del'inaugurazione del sentiero era giornalista e come Edmondo De Amici scrittore italiano che non ha bisogno di presentazioni. E' riscoprire una parte delle vicende che nel lontano 1880 portarono la Sezione CAI di Verbania a sviluppare l'idea di tracciare un sentiero in Val Grande e affidare la scelta del tracciato alla guida Antonio Garoni. E' la storia della prima via ferrata d'Italia che contemporaneamente è anche il primo sentiero a tappe nazionale. Molto frequentato negli anni successivi alla stesura del tracciato, dimenticato nel dopoguerra, dopo una meticolosa e faticosa ricerca del percorso originale era stato riscoperto e risistemato da Gualtiero Rognoni e Achille Montani, nella seconda metà degli anni 70 del secolo scorso. La riscoperta ebbe vita breve a causa di un atto di vandalismo mirato al taglio di alcune catene indispensabili per la progressione. Ma la tenacia degli ossolani ha permesso di portare a termine la sistemazine del Sentiero Bove e ogni anno è percorso da esperti escursionisti. Non è certo un itinerario percorribile da tutti, per via di alcuni tratti attrezzati, ma il percorrerlo è un'avventura che ogni escursionista provetto dovrebbe provare una volta nella vita. <br /><p></p><p>Il volume è un interessante mix passato e presente, che riporta alla giusta notorietà un personaggio e un sentiero che si erano persi nell'oblio del tempo. <br /></p><p></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy95t3GNaVdoM4y4gPPv6sWaAfydD6VdPHa9NiEZakNiiuzF3wU4T3-_zZDQyKUkRgfMsuc5Dj0bmtZ8hw8HoIEGU3VvnspY1U-yt9XmRLrgbnG5P9BBImXBOPVTco6YDiQ2k5PDLhNm54KLPbkAXRLpHJojxbx31ACzuD_IAEIWdFsp__TIUgApHYcw/s300/cicogna.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="185" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy95t3GNaVdoM4y4gPPv6sWaAfydD6VdPHa9NiEZakNiiuzF3wU4T3-_zZDQyKUkRgfMsuc5Dj0bmtZ8hw8HoIEGU3VvnspY1U-yt9XmRLrgbnG5P9BBImXBOPVTco6YDiQ2k5PDLhNm54KLPbkAXRLpHJojxbx31ACzuD_IAEIWdFsp__TIUgApHYcw/s1600/cicogna.jpg" width="185" /></a>Anche il secondo volume riguarda la Val Grande: si tratta di <i>Cicogna ultima Thule. In cammino dal Lago Maggiore alla Val Grande </i>di Fabio Copiatti edito nel 2020 da MonteRosa edizioni. Anche questo libro descrive un lontano passato inframezzato ai passi di un cammino volto alla riscoperta di una zona che forse è un po' defilata rispetto ai percorsi principali della Val Grande. Il testo è corredado da vecchie fotografie le cui interessanti didascalie sono raccolte nelle ultime pagine. <br />Mi è piaciuto in particolare perchè di solito quando si parla di escursioni nella prima area Wilderness d'Italia si intendono itinerari situati proprio all'interno del parco. Questo invece descrive come arrivarci a piedi, partendo da Suna, sulla riva del lago Maggiore fino a Cicogna lungo antichi sentieri e tratti di strada, alla scoperta dei paesini che fanno da corona all'ingresso più famoso del parco. Si riscoprono luoghi e sentieri che una volta erano percorsi abitualmente per recarsi da un paese all'altro. Vengono descritti aneddoti e pagine di storia che grazie all'autore continueranno a vivere nella memoria. E' un libro utilissino non solo come guida ma anche per conoscere le tradizioni e la storia di una zona che forse viene un po' trascurata a favore del più vicino e famoso parco.<br /></p><p style="text-align: center;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP_Ef2sy7RHVMvgLP-TJ8jBNc0HxHyl4aZdX-iZ-U64IRpQI8m-EvgzYYh0qAzbgsCCKdgi7brm1m8XlEzB_kxyB_LVHqNn270doq4UqulSxym3dbeES-tK0ck4eLC2G0m6lVWXFwzVORAlf8nm4rm4-x510UBHvf7jaf2gCrSw_9sE7VV3p9CwSyCpQ/s300/finetrella.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="191" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP_Ef2sy7RHVMvgLP-TJ8jBNc0HxHyl4aZdX-iZ-U64IRpQI8m-EvgzYYh0qAzbgsCCKdgi7brm1m8XlEzB_kxyB_LVHqNn270doq4UqulSxym3dbeES-tK0ck4eLC2G0m6lVWXFwzVORAlf8nm4rm4-x510UBHvf7jaf2gCrSw_9sE7VV3p9CwSyCpQ/s1600/finetrella.jpg" width="191" /></a></div><div style="text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuutUpQKldrdbpZ8jKctDYYmWc3KidXsDgPWRQ61QQJH8lHs6R8SJapNiDflIvIe4cWPx1FGpMxkHzca8WSwcJ1p9MVaq5N_-NCPSn82Fmu8kWTBJSILgt16LV7dzWVVsA5xFT48J2nUSuTM0U0XDGZ2_VpcfUH6L1C0ZeuC3iPe8mbm_Ntc3TcVhUjQ/s300/finetrella.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a>Il terzo volume tratta della traversata da Alagna a Campello Monti lungo il tracciato del GTA. La prima cosa che balza agli occhi è che di solito questo tracciato viene percorso in senso inverso, parterndo dall'Ossola e andando verso la Valle d'Aosta, la seconda è che sono pochissimi gli italiani che lo percorrono ma è molto gettonato da svizzeri e tedeschi. Ve lo dico con cognizione di causa perchè a volte la domenica sera vado a cena all'albergo Fontana di Rimella che fa da posto tappa e Sergio ed io siamo gli unici italiani: attorno a noi si sente parlare solo tedesco. Il tracciato è in comune con il vecchio Sentiero Walser, con una parte della Via dell'Oro che collega Novara a Macugnaga, con il percorso di Valle in Valle, e alcuni altri.ma chi è affascinato dalla cultura walser lo preferità di certo ad altri testi più storici. Si può sempre approfondire in un secondo tempo. La descrizione di questa avventura, tra alti e bassi come ogni esperienza che si rispetti, è descritta da Alberto Paleari in "<i>La finestrella delle anime" pubblicato nel 2020 da Monterosa Edizioni</i>. Il titolo è un chiaro riferimento all'antica usanza dei Walser di avere una finestrella che in occasione di un lutto familiare veniva aperta per consentire all'anima del morto di volare verso il cielo. Tutto il volume è ricco di aneddoti, tradizioni e storia dei sei comuni attraversati, e vi assicuro che c'è molto da scoprire. Inoltre Alberto Paleari è uno scrittore che garantisce una lettura piacevole e i suoi testi non sono mai banali. </div></div><p></p><br /><br /><p></p>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-29301056622479353552021-12-06T17:34:00.002+01:002021-12-07T10:41:30.323+01:00Riscopriamo Roger Frison-Roche <p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjRHTnUZDxzeQzGAen1HNQ-FE7cN5MR-k_5Mb0kGSXI0rwwF9BggmR2fsHX5--o2wXPU7Spn4BcipyicYMc6EkmtUqdMlAOCRkys0gKrMSvtJ3JeG3L4_o3uHCuI0h8OUXmV3ZojY0oXJ7lC5RNiSB7rrS03ydl1jnvmw7lHLobk_hHTMnc5mBiLtx6Pg=s284" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="284" data-original-width="177" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjRHTnUZDxzeQzGAen1HNQ-FE7cN5MR-k_5Mb0kGSXI0rwwF9BggmR2fsHX5--o2wXPU7Spn4BcipyicYMc6EkmtUqdMlAOCRkys0gKrMSvtJ3JeG3L4_o3uHCuI0h8OUXmV3ZojY0oXJ7lC5RNiSB7rrS03ydl1jnvmw7lHLobk_hHTMnc5mBiLtx6Pg=w199-h320" width="199" /></a></div>Roger Frison-Roche (Parigi 1906 - Chamonix 1999) fu un poliedrico personaggio francese la cui attività spaziava tra le più ampie attività legate alla sua grande passione per la montagna: fu guida alpina, la prima non originaria di Chamonix, scrittore, esploratore, giornalista e anche maestro di sci. Frison-Roche scrisse 35 opere che comprendono guide e romanzi alcuni dei quali sono entrati a fare parte dei classici della letteratura di montagna. Qui vorrei parlavi dei suoi tre grandi romanzi: <i>Primo di cordata, Il ponte di neve </i>e <i>Ritorno alla montagna, </i>tutti ambientati nella Chamonix del dopoguerra.<i> I titoli originali sono: Premier de cordée, La grande crevasse, Retur à la montagne.</i><p></p><p>Di questi tre volumi certamente il primo è il più famoso. Scritto in due mesi e mezzo nel 1941 <i>Primo di cordata</i> è la storia di Pierre, figlio di Jean Servettaz affermata guida alpina molto richiesta per le scalate sul versante francese del Monte Bianco che spera per il figlio un domani migliore di quello che la vita gli ha riservato. Il destino però dispone diversamente Jean muore in montagna ed è proprio Pierre che con alcuni amici va a recuperarne il corpo. Durante questa dura prova si riaccende l'amore per la montagna, in realtà mai spento e decide di diventare guida seguendo così la propria passione. </p><p>In<i> Il grande crepaccio</i> cambiano i personaggi. Il protagonista è la guida alpina Zian e la vicenda narra del suo grande amore per Brigitte, figlia di un barone parigino conosciuta durante una scalata. Il loro amore è però cotrastato dalla differenza di ceto sociale e dalla ristretta mentalità dei chamoniardi che non vedono di buon occhio l'entrata nella comunità di "una di fuori". Quando Zian e Brigitte capiscono che il loro amore è più forte dei pregiudizi della gente, accade un ultimo colpo di scena.</p><p>Nel terzo volume ritroviamo Brigitte e non vi diciamo molto altro per non svelare troppo de Il grande crepaccio, vi diciamo solo che la protagonista avrà modo di rendere orgogliosa della sua presenza tutta la comunità di Chamonix e prendere così la sua grande rivincita. </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhxbv1mXS9oyblvrQxYUHGNgKyPg81lbXq4am4Kwl78iL-tyCx8oY8OR36ypkLIdOecNfN0l7M9Pnqc9kq-kkGFu19da1UTk0XX9S9Hnvp9CW9AUUAsUo7sM8RH1H1H_TMubkm-Jt9ud-qLmjJvBOPAohGQ500uAB2Kg-jaLDDyzfP3_Hko-XzLOGCR2Q=s281" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="281" data-original-width="180" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhxbv1mXS9oyblvrQxYUHGNgKyPg81lbXq4am4Kwl78iL-tyCx8oY8OR36ypkLIdOecNfN0l7M9Pnqc9kq-kkGFu19da1UTk0XX9S9Hnvp9CW9AUUAsUo7sM8RH1H1H_TMubkm-Jt9ud-qLmjJvBOPAohGQ500uAB2Kg-jaLDDyzfP3_Hko-XzLOGCR2Q" width="180" /></a></div>Ho scelto questi tre volumi perchè mi pare che ultimamente siano editi pochi romanzi ambientati in montagna. Inoltre sono alla costante ricerca di testi che possano interessare non solo gli appassionati di montagna, ma una cerchia più ampia di persone. Primo di Cordata, come ho detto, ha avuto fin da subito un grandissimo successo in 50 anni ne sono state vendute 3 milioni di copie, che se vi sembrano poche risultano sempre 60.000 copie all'anno e non sono briciole. Credo che l'ultima edizione sia quella del 2003 che è una ristampa di quella del 1995 nella collana I licheni quando era ancora edita da Centro documentazione alpina e Vivalda. <p></p><p>Gli altri due volumi sono un po' più difficili da trovare perchè hanno avuto meno successo, ma cercando con pazienza si possono trovare nelle bancherelle di libri usati o sui siti tipo Maremagnum.it, marelibri.com, abebook.it. De Il ponte di neve si conoscono due edizioni ormai anzianotte ambedue di Garzanti la prima del 1953<b><span> </span></b><span face="'Helvetica Neue', Helvetica, Helvetica, Arial, sans-serif" style="color: #222222; font-size: 16px; line-height: 25px;">e la seconda dell'anno successivo</span><b><span>, </span></b><span>mentre per Rito</span><span>rno alla montagna c'è quella del 1958 edita da Maradei a</span><span face="'Helvetica Neue', Helvetica, Helvetica, Arial, sans-serif" style="color: #222222; font-size: 16px; line-height: 25px;"> </span><span> Milano. </span><b><span><br /></span></b></p><p><br /></p><div class="field field-name-body field-type-text-with-summary field-label-hidden"><div class="field-items"><div class="field-item even"></div><div class="field-item even"></div><div class="field-item even"></div><div class="field-item even">Da Primo di Cordata nel 1944 è stato tratto un film per il cinema curato dalla regia di Louis Daquin con Maurice Basquet, per l'adattamento per la televisione bisogna aspettare il 1999 con il film realizzato da Pierre Antoine Hiroz e Edouard Niermans.<br /></div><div class="field-item even"><br />Anche da Il ponte di neve nel 1966 è stato tratto un film con la regia del celebre cineasta Gerard Herzog.<br /></div><div class="field-item even">Di tutti e tre i romanzi si trovano in circolazione le recenti versioni in francese illustrata (edite negli anni 2017/2018) e basta visitare il sito www.bdfugue.com per trovarle tutte e tre al costo di circa 15 € l'una. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjGo4DiIv8aSw5Ef-MDO_-2XcFkxZnpK8rL6nm0S1rx7nIlznT_cqovT6aIkf6lmjoIlUDtdO6PHT_RP3HFZHmjMP7vL285CE1zF6PiAal8Nwy30NCgwMaR_9CAcrNFzdCCkwZ_t1mjcew94Fk0yYUoFIUWsRo9zN5sZ5eyJN1bGFfxbQfZEMEA0VNO5w=s348" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="348" data-original-width="260" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjGo4DiIv8aSw5Ef-MDO_-2XcFkxZnpK8rL6nm0S1rx7nIlznT_cqovT6aIkf6lmjoIlUDtdO6PHT_RP3HFZHmjMP7vL285CE1zF6PiAal8Nwy30NCgwMaR_9CAcrNFzdCCkwZ_t1mjcew94Fk0yYUoFIUWsRo9zN5sZ5eyJN1bGFfxbQfZEMEA0VNO5w=s320" width="239" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEij-glNVuKWcTiaRIzVvFK6qR9vZiw_EgINrmhJt0ZeOVLuDFY7IEw21RtIZzTj4mslJ0ieP5bs9DHCKt99aPSwVsEhc09BFGwWRrtWQDaU5nMZV_-FCnqLlvBseX4vsZJSRu73sYPs-tOtR03Qndr15IY-Bkzgp7YT-YJXoDIn4klQ2MgqkXOwYbqwcg=s348" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="348" data-original-width="260" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEij-glNVuKWcTiaRIzVvFK6qR9vZiw_EgINrmhJt0ZeOVLuDFY7IEw21RtIZzTj4mslJ0ieP5bs9DHCKt99aPSwVsEhc09BFGwWRrtWQDaU5nMZV_-FCnqLlvBseX4vsZJSRu73sYPs-tOtR03Qndr15IY-Bkzgp7YT-YJXoDIn4klQ2MgqkXOwYbqwcg=s320" width="239" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhVerp6kGvXRpdpFXKPsCs-gM3At5lRQ7qDumVtU_97HJ7rNYaVzmu9O-nuanU8rFiRpJT25uUMnMGV5ULGW5mTxYR3B9F4hrwBZZnPAP1Ksgp11eVOI3Gj_kaOOPKlQitt5n27E4KgRqjSkRYQZlfDzvKVRImMDDPu7U9bQVQSyH0NpY3U1TS18dUaDg=s338" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="338" data-original-width="260" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhVerp6kGvXRpdpFXKPsCs-gM3At5lRQ7qDumVtU_97HJ7rNYaVzmu9O-nuanU8rFiRpJT25uUMnMGV5ULGW5mTxYR3B9F4hrwBZZnPAP1Ksgp11eVOI3Gj_kaOOPKlQitt5n27E4KgRqjSkRYQZlfDzvKVRImMDDPu7U9bQVQSyH0NpY3U1TS18dUaDg=s320" width="246" /></a></div><br /><br /><br /><br />
</div></div></div>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-42812943280175148702021-11-11T18:52:00.003+01:002021-11-11T19:25:31.520+01:00Buon copleanno Parco Nazionale Gran Paradiso<p> </p><p>Nel 2022 ricorre il centenario della fondazione del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il primo parco italiano e non potevamo non preparare un elenco di volumi dedicato all'unico massiccio con punte che superano i 4000 m interamente italiano, con un occhio di riguardo al magnifico e prezioso ambiente che lo circonda. </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEivxvw5FpVQYDQ65wWyAwNmYZNP34Y1Z39RyQIHINyMY-sFjSt1PNzblHhzI_ipQ6rWNkMBF8Q8eiEv7PHbntIBZch_fMLsQsDqvj675CbCXrbYfWueuBGANGa-clYCW86nX3Oy_mPKR3u5QFOHTEPpu6h_eCIDlna3jyxDgsvritlaf5QhZIp7uyO6FQ=s768" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="529" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEivxvw5FpVQYDQ65wWyAwNmYZNP34Y1Z39RyQIHINyMY-sFjSt1PNzblHhzI_ipQ6rWNkMBF8Q8eiEv7PHbntIBZch_fMLsQsDqvj675CbCXrbYfWueuBGANGa-clYCW86nX3Oy_mPKR3u5QFOHTEPpu6h_eCIDlna3jyxDgsvritlaf5QhZIp7uyO6FQ=s320" width="220" /></a></div><br />Vediamo allora quali testi vi posso suggerire di consultare in previsione di una futura visita nella zona del parco. Innanzitutto serve un libro che ci informi un po' sulla storia di questo parco, e la mia scelta è caduta sul volume<b> "<span>Il Gran Paradiso" di Franco Fini e Gigi Mattana</span></b><span> edito a Bologna da Zanichelli nel 1977. Anche</span><span> se sono passati in po' di anni dalla sua pubblicazione, vi assicuro che è ancora sempre attuale nei contenuti, prendendo in esame sia il gruppo montuoso sia le quattro valli che lo circondano sia il parco. Ed è propio il parco il primo argomento affrontato e in un'ottantina di pagine fornisce un'infarinatura di geologia, vegetazione, flora e fauna. Gli altri capitoli riguardano ulteriori aspetti eterogenei della zona: le miniere di Cogne, la storia alpinistica, l'inizio del turismo, alcune ricette locali, ed infine offre una serie di itinerari tematici raggruppati per tipo di sport. E' un libro completo facile da trovare presso le librerie di antiquariato o sulle bancherelle dei libri usati e il cui prezzo è molto abbordabile. </span><p></p><p></p><p><span>Se c'è un volume che non deve mancare a chi vuole conoscere il parco quello è <b>"I racconti del guardaparco"</b> <b>di Ezio Capello</b> edito dalla Priuli & Verlucca. Anche questo è un volume datato: la prima edizione risale al 1974, ma ne sono state fatte tante ristampe e tre edizioni l'ultima delle quali con un aggiornamento nel 2013 edita per i tipi della Lazzaretti di Torino. E' una raccolta di testimonianze dei guardaparco che operavano nella parte valdostana del parco e che con occhio attento, tanta passione, e un notevole spirito di avventura sorvegliavano che all'interno dei suoi confini tutto si svolgesse regolarmente. Con questo volume impariamo ad apprezzare l'operato di Renzo Videsott. che fu un grande alpinista trentino. Tasferitosi </span><span>nel dopoguerra </span><span>a Torino, divenne vicepresidente del parco e si adoperò per la sua riorganizzazione ottenendo notevoli risultati. Questo volume piacerà senz'altro a chi è appassionato di natura e di montagna. Gli si può affiancare "<b>Il cacciatore di stambecchi" di</b></span><span><span style="color: red;"><b><span style="color: black;"> Louis Oreiller e Irene Borgna,</span></b> </span> del quale abbiamo già parlato in un altro post. </span></p><p><span>Curiosando in internet abbiamo trovato altri titoli che narrano di esperienze al contatto con gli animali: <b>"</b></span><span class="dettagli" id="titolo_dettaglio"><b>Il vecchio e l'aquila" di </b></span><span class="dettagli" id="autore_dettaglio"><b>Marco Rolando</b> che sono r</span><span class="dettagli" id="testo_dettaglio">acconti ambientati a Ceresole Reale una delle valli piemontesi del Parco il volume è edito da Hever, Ivrea (TO) nel 2019. Non ultimo vi segnalo <b>"Sultano delle nevi : una storia vera del Gran Paradiso" di Ariberto Segala</b> edito nel 2003 da Arca edizioni. E' la storia di uno stambecco dotato di un palco eccezionale che comparve misteriosamente nel parco dove visse per 10 anni diventando il beniamino dei guardaparco. </span><br /></p><p><span class="dettagli" id="testo_dettaglio"></span></p><span class="dettagli" id="testo_dettaglio"></span><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhA08ilTCYK4oee43em7kbqeEEZlo-cjgsy1I5zlcqK-rfzFFXvYm4QPruzGKWSHtQld_HTxhOwOWj1_CM1voZceKKnMVJf_dvmMkErjo2ndCWnZCGwch-0co5E_VP5aqxsr6MjMipd34pAT9ZoFNVfPEJTnEA8EWlke6t-jzVu4XUoj2qa0AkUYFgbGg=s166" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="166" data-original-width="106" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhA08ilTCYK4oee43em7kbqeEEZlo-cjgsy1I5zlcqK-rfzFFXvYm4QPruzGKWSHtQld_HTxhOwOWj1_CM1voZceKKnMVJf_dvmMkErjo2ndCWnZCGwch-0co5E_VP5aqxsr6MjMipd34pAT9ZoFNVfPEJTnEA8EWlke6t-jzVu4XUoj2qa0AkUYFgbGg" width="106" /></a></div><span class="dettagli" id="testo_dettaglio">Per i piccoli lettori possiamo segnalare: <b>"</b></span><b><span class="dettagli" id="titolo_dettaglio">In cammino tra le rocce" </span></b><span class="dettagli" id="autore_dettaglio"><b>di Cirillo L</b>., che è un r</span>omanzo edito da Baima Ronchetti, Castellamonte (TO) nel 2015, e "<span class="dettagli" id="titolo_dettaglio"><b>Il fantasma del torrente", di Ciampa S</b>. che parla di un'a</span>vventura nelle acque del Parco E' edito da Hapax, Torino 2015.<p></p><p>Adesso passiamo a qualche guida. </p><p>Per l'escursionista che vuole percorrere i sentieri del parco c'è solo l'imbarazzo della scelta. Uno degli ultimi editi è <b><span class="dettagli" id="titolo_dettaglio">"Escursioni nelle valli del Gran Paradiso" di </span></b><span class="dettagli" id="autore_dettaglio"><b>Greci Andrea,</b> in </span> 239 pagine <span class="dettagli" id="autore_dettaglio">sono descritti </span><span class="dettagli" id="titolo_dettaglio"></span> 45 itinerari in Valgrisenche, Val di </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh80JVrlsB60q0pEFfWBCutg12tn4BP_ihdt6up2Sgy3c8nyx8VoiUviJMJ_3wGK9wJc7wUYyLyTqswtCeH19PEn4b4TTKKUi3cGImQecoJv5DInB_FbeXTyJJ2_N5D9EQfgIa-tK-1hf4AsNt0M51hRROfjWG-pG9EwkRzsixbxLLZAgEqqFjW7TuEzw=s148" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="148" data-original-width="106" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh80JVrlsB60q0pEFfWBCutg12tn4BP_ihdt6up2Sgy3c8nyx8VoiUviJMJ_3wGK9wJc7wUYyLyTqswtCeH19PEn4b4TTKKUi3cGImQecoJv5DInB_FbeXTyJJ2_N5D9EQfgIa-tK-1hf4AsNt0M51hRROfjWG-pG9EwkRzsixbxLLZAgEqqFjW7TuEzw=w229-h320" width="229" /></a>Rhemes, Valsavaranche e Val di Cogne edito nel 2017 da Idea Montagna, Villa di Teolo (PD). <span class="dettagli" id="autore_dettaglio">Come alternativa vi segnalo </span><span class="dettagli" id="autore_dettaglio"><b><span>"Parco Nazionale Gran Paradiso : 60 imperdibili escursioni per tutti" di Palmira Orsières, Paola Verzé, Davide Zangirolami</span></b><span> edito a Torino da Priuli e Verlucca nel 2012</span></span><span class="dettagli" id="autore_dettaglio">. Se invece avete la possibilità di fare un trekking di più giorni, la scelta giusta potrebbe essere "</span><b><span>Il giro del Gran Paradiso : guida escursionistica" di Luca Zavatta </span></b><span>edito a</span><b><span> </span></b><span>Rimini da L'escursionista nel 2020</span>
<span>che ha il vantaggio di avere due carte geografiche della zona. Dello stesso autore segnalo "</span><span class="dettagli" id="titolo_dettaglio"><b>Le Valli del Gran Paradiso e la Valgrisenche"</b> </span><span class="dettagli" id="autore_dettaglio">che comprende </span><span class="dettagli" id="testo_dettaglio">99 itinerari escursionistici con coordinate GPS e 2 trekking. Questo volume è stato edito nel 2003. </span></div><p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiF2vg2P3Lnc-wQBR5cxvbc_YXVMFHIUmZySjj9yLo4ArzRoYrZu--3OYxTQkovme-91Hk_hhIDn-EFV_I3SpXNodNOPDbpmlwzfCeEoMXR-Uu8Ucvjm-YKTXYQbY__WXVK4tCOvaGSOU91VsYcp4xt9SznWJZ0sfex-kpg9G-0OMCi1IjIuqr4Qlnj_Q=s450" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="328" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiF2vg2P3Lnc-wQBR5cxvbc_YXVMFHIUmZySjj9yLo4ArzRoYrZu--3OYxTQkovme-91Hk_hhIDn-EFV_I3SpXNodNOPDbpmlwzfCeEoMXR-Uu8Ucvjm-YKTXYQbY__WXVK4tCOvaGSOU91VsYcp4xt9SznWJZ0sfex-kpg9G-0OMCi1IjIuqr4Qlnj_Q=s320" width="233" /></a></div><span class="dettagli" id="testo_dettaglio">Tra le guide di arrampicata, escludendo tutte quelle più generiche che comprendono i 4000 delle Alpi, e quella della collana Guida dei monti d'Italia che risale al 1963, c'è "</span><b><span>Rock paradise : arrampicate classiche, moderne e sportive nelle valli del Gran Paradiso" di Maurizio Oviglia<br /></span></b>
<span></span><span>Milano : Versante sud, 2000 di tutto e di più per chi ama il verticale. Oppure in alternativa c'è </span><b><span>"A sud del Paradiso : arrampicate classiche moderne e
futuristiche nel versante piemontese del Gran Paradiso" di Gianni Predan,
Rinaldo Sartore</span></b> di cui sappiamo solo che è stato edito nel <span>2018.</span><p></p><p><span>Per ultimo, lo scialpinismo che nella zona del parco trova moltissimi itinerari. Non si può non ricordare</span>
<br /><span><b><span>"Gran Paradiso, Vanoise, Delfinato : nei giardini dello sci
: 86 itinerari scialpinistici e 3 raid" di Lorenzo Bersezio e Piero Tirone </span></b><span>con una pregevole presentazione di</span><b><span> Sylvain Saudan</span></b></span>
<span>edito nel 1984 dal Centro Documentazione Alpina di Torino. Una pubblicazione più recente è</span><b><span> "Gran Paradiso" di Jean-Baptiste Mang</span></b><span> edito nel 2020 da Volopress</span> <span>. Il testo è in frances,e ma nelle 320 pagine con belle illustrazioni siamo certi che troverete la gita che fa per voi. In biblioteca ci manca ma sarà uno dei prossimi acquisti. Per il momento vi dovrete accontentare dei due volumi di </span><span id="ctl0_Main_ISBD"><b> Giulio Berutto </b>che in<b> </b></span><br /><span></span><span id="ctl0_Main_ISBD"><b> "</b></span><span id="ctl0_Main_ISBD"><b>Il Parco Nazionale del Gran Paradiso : escursioni, ascensioni, traversate, trekking "</b> vi suggerisce ben 72 mete da raggiungere con gli sci e le pelli. </span><span id="ctl0_Main_ISBD"> <br /></span></p><p><span id="ctl0_Main_ISBD">Infine vi segnalo un libro utile per fare passare un po' di tempo quando e se vi capita di non aver proprio voglia di fare fatica : </span><span class="dettagli" id="titolo_dettaglio"> il titolo è<b> "Il sentiero perduto". </b></span><span class="dettagli" id="autore_dettaglio"><b>di Unterthiner S.</b> , </span>edizioni Ylaios, Saint Vincent (AO), 2015. Sono splendide immagini della fauna selvatica che popola il parco.</p><p><span>Vi ricordiamo che la zona protetta del parco è soggetta a precise norme comportamentali, per cui chi si vuole documentare in merito può consultare il sito dedicato all'indirizzo www.pngp.it</span>
<br /><span><br /><br /><br /></span></p><p><span class="dettagli" id="autore_dettaglio"><br /></span><span><br /><br /></span></p><p><span class="dettagli" id="titolo_dettaglio"></span></p><p><span><br /></span></p><p><span><br /></span></p><p><br /></p><p></p>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-88014966027120392202021-08-09T16:54:00.004+02:002021-08-10T17:28:14.791+02:00Fiori di montagna<p>Chi andando a fare una passeggiata in montagna non si è mai fermato ad ammirare quelle meraviglie colorate che costellano i pascoli e rocce alzi la mano. Se in origine ad attirare tra le vette i primi uomini è stata la possibilità di un incremento delle entrate economiche grazie alla vendita dei cristalli trovati dai cacciatori, di certo la botanica è stata la scienza che ha attirato di più l'attenzione di scienziati e viaggiatori o turisti e non è passato molto tempo da quando nelle valli alpine venivano organizzate delle narcisate, oppure tornando a casa lungo la strada che scendeva da Alagna si trovava chi offriva mazzolini di mughetti, gigli e altri fiori. <br /></p><p>Ma se un neo appassionato di montagna volesse imparare a riconoscere i principali fiori alpini, a quali testi può fare riferimento? Di certo il testo scelto deve avere due caratteristiche: essere piccolo, ma non troppo e di facile consultazione. Ecco che mi viene in mente "I fiori delle Alpi" di Silvio Stefenelli, </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeVMvCkZUTmOUZ18K36asEBAPe3oO77-lnerbU7g_RV0q6at92tozUPXn5DoyIsaQ_rlSdfNYuF3tPAy8AgzcAZObS-CSZB0XNDCe2V1MuRsCMAIQS2GJUIWzXspviBIJeFJoC1qPALVMC/s317/978-88-8068-275-21.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="317" data-original-width="180" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeVMvCkZUTmOUZ18K36asEBAPe3oO77-lnerbU7g_RV0q6at92tozUPXn5DoyIsaQ_rlSdfNYuF3tPAy8AgzcAZObS-CSZB0XNDCe2V1MuRsCMAIQS2GJUIWzXspviBIJeFJoC1qPALVMC/w182-h320/978-88-8068-275-21.jpg" width="182" /></a> edito da Priuli e Verlucca e giunto alla 3 edizione con non so quante ristampe. La prima cosa che salta agli occhi è il bordo colorato delle pagine, utile a trovare il fiore che abbiamo davanti agli occhi partendo dal colore dei petali. La descrizione del fiore è affidata a una tabella dove mediante opportuni segni sono evidenziate le caratteristiche di ogni specie. Ricordiamoci però che, specialmente per quel che riguarda il colore, sono moltissime le varianti dovute ai fattori abientali, e non sempre il blu è blu, ma a volte vira un po' sul viola, e il rosso è un po' più sbiadito quasi a diventare un rosa scuro, mentre il giallo a fine fioritura può essere quasi bianco... Comunque possiamo andare sul sicuro, perchè Silvio Stefenelli è stato per anni direttore del Giardino Alpino Paradisia a Valnontey vicino a Cogne.<br /></div><p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKDhEk8SWXRJ62hEk4w4cpZAjweDrNio6AI6qObYiy6mbgffL02d4fT59NbXEd5gzu39aN5YpfWjpJHRt_2J6ab51vRDYxWOS6ZvFRWv_FRGpgXOESq-2wLC0cFg3bQWM_8KZFD7n5kKLV/s499/dalla+fior.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="317" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKDhEk8SWXRJ62hEk4w4cpZAjweDrNio6AI6qObYiy6mbgffL02d4fT59NbXEd5gzu39aN5YpfWjpJHRt_2J6ab51vRDYxWOS6ZvFRWv_FRGpgXOESq-2wLC0cFg3bQWM_8KZFD7n5kKLV/w203-h320/dalla+fior.jpg" width="203" /></a></div>Se invece non siete proprio alle prime armi ed avete voglia di impegnarvi di più e volete divertirvi scoprendo poco a poco il fiore che avete davanti, vi può essere d'aiuto la parte sistematica che operando una selezione partendo dalle caratteristiche più evidenti vi porta viavia a considerare quelle più specifiche fino a ragiungere con certezza all'indentificazione del fiore. Questo volume con le sue 752 pagine più 236 di tavole che contengono i<br /> 892 disegni di fiori, non è certo molto maneggevole, ma è un piccolo inconveniente se si pensa all'aiuto che ci può dare per identificare un fiore che ci ha incuriosito. Si tratta di La nostra flora di G. Dalla Fior, edito da G.B. Monauni di Trento. Nel lontano 1985 è stata data alle stampe la 3 ristampa della 3 edizione, ma è sempre attuale in quanto cosa sono mai 36 anni di fronte all'età della vegetazione?<p></p><p>Vi ricordo inoltre che i fiori in montagna non si toccano. A questo proposito sottolineo che ogni regione ha il suo elenco di specie protette, ed anche a livello nazionale si possono trovare testi che riportano i nomi delle specie protette. E' sempre meglio informarsi prima, perchè riuscire a identificare un fiore raro che non ci aspettavamo di trovare ci regala una forte emozione. </p><p style="text-align: left;"></p><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6yNTUG6h3oFnCgKk5tJ_UchOOohIoiw-2DTKJY3todktPeoErSJcmp4FM4_YH8igyg7Hf-6rSa0SwNg6KKrUTkz_wmKSGPD8NKHn5vQyWyMCZzRWIn8h70ArT3FKueMvK4gYNrkqabUp_/s200/fiori+dolomiti.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="150" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6yNTUG6h3oFnCgKk5tJ_UchOOohIoiw-2DTKJY3todktPeoErSJcmp4FM4_YH8igyg7Hf-6rSa0SwNg6KKrUTkz_wmKSGPD8NKHn5vQyWyMCZzRWIn8h70ArT3FKueMvK4gYNrkqabUp_/w150-h200/fiori+dolomiti.jpg" width="150" /></a></div><br /><br />Per chi invece vuole portarsi nello zaino un testo con tante foto, un libretto che sia molto maneggevole e di minimo ingombro la casa editrice Athesia di Bolzano aveva creato una serie di piccoli volumi di 15x10,5 cm che non solo comprende i fiori nei vari ambienti ma anche funghi, uccelli, animali, e tutto quanto può servire ad un naturalista in erba per identificare ciò che ha destato il suo interesse. Sono edizioni un po' datate ma facilmente reperibili nei mercatini dell'usato a un prezzo molto accessibile.<br /><p></p><p>Ai più tecnologici vorrei segnalare che ci sono anche parecchie app per cellulari che sono utili all'identificazione dei fiori, ma è indispensabile avere una connessione internet, e sappiamo tutti che nelle terre alte non sempre è possibile. Allora suggerisco fotografate, fotografate fotografate: le foglie, i fiori, l'ambiante, e rimandate l'identificazione del soggetto una volta tornati a casa, anche se ci sono parecchie specie che non hanno bisogno di una guida per esere riconosciute: la stella alpina, il rododentro, la genziana, il silene, il botton d'oro, l'arnica, la rosa canina, l'anemone e molte altre sono praticamente impossibili da confondere con altre. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif9MgUcadXdoMd8LttQgeTK9qt8PSRWg0ZXLdcF_lbzx1F3jp00Zpll2RuPp1cGqvvgeF5neQXBd3F69EOGrSARahkqQ2EQrx8E-7IxcZ4-SPsT4cNgY491A9weUokzX4qEHu5EDMIcY8y/s746/flora+alpina.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="746" data-original-width="536" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif9MgUcadXdoMd8LttQgeTK9qt8PSRWg0ZXLdcF_lbzx1F3jp00Zpll2RuPp1cGqvvgeF5neQXBd3F69EOGrSARahkqQ2EQrx8E-7IxcZ4-SPsT4cNgY491A9weUokzX4qEHu5EDMIcY8y/w144-h200/flora+alpina.jpg" width="144" /></a></div><p></p><p>Volendo approfondire la conoscenza dei fiori, nell'ambito dei testi universitari ci sono altri volumi tipo il <i>Flora alpina </i>con autore David Aeschimann, Konrad Lauber, Daniel Martin Mosere Jean Paul Theurillat edito da Zanichelli nel 2004 che sono il non plus ultra della flora delle Alpi. Si tratta di tre volumi in cofanetto di cartone per un tot. di 2600 pagine . Lì trovate tutto ma proprio tutto ciò che fiorisce nelle Alpi. e di ogni fiore è descritto l'areale dove si può trovare i nomi in latino e tutte le informazioni che sono utili allo studioso. Questi volumi sono studiati per un uso approfondito e forse sono un po eccessivi per l'escursionista che si affaccia alla botanica alpina per solo diletto personale perchè il loro prezzoche sfiora i 200 € è piuttosto alto. <span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh a8c37x1j keod5gw0 nxhoafnm aigsh9s9 d3f4x2em fe6kdd0r mau55g9w c8b282yb iv3no6db jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id hzawbc8m" dir="auto"><br /> </span></p><p><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh a8c37x1j keod5gw0 nxhoafnm aigsh9s9 d3f4x2em fe6kdd0r mau55g9w c8b282yb iv3no6db jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id hzawbc8m" dir="auto"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtZbfeAJOwe3EyO4y4DFus134w848JAN-z4szrDIB5A7zsdKrUsWYmC3OXjoRtI8iTJ9_YEbY0CS1BMGU9xCDxrz40zeFF2QjL9Yu6xmcblKb2wk0o_ZZtL9x82AwduAdtoth_ORiIJMWM/s225/flora+eletta.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="178" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtZbfeAJOwe3EyO4y4DFus134w848JAN-z4szrDIB5A7zsdKrUsWYmC3OXjoRtI8iTJ9_YEbY0CS1BMGU9xCDxrz40zeFF2QjL9Yu6xmcblKb2wk0o_ZZtL9x82AwduAdtoth_ORiIJMWM/s0/flora+eletta.jpg" width="178" /></a></div><br />E
poi, per chi è in Valsesia, ma non solo per loro, ci sono i libri di Mario
Soster, il Botanico per eccellenza che ha regalato a lettori, studiosi
ed appassionati, decine di libri con splendide fotografie di fiori e
paesaggi valsesiani. Basta andare in una qualsiasi libreria della valle
per trovare i risultati del suo amore sconfinato per la natura, la
fotografia e la Valsesia. Alcuni sono in vendita anche su Amazon e Ibs.<p></p><p><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh a8c37x1j keod5gw0 nxhoafnm aigsh9s9 d3f4x2em fe6kdd0r mau55g9w c8b282yb iv3no6db jq4qci2q a3bd9o3v knj5qynh oo9gr5id hzawbc8m" dir="auto">Quello che vedete qui a lato è un volume di grande formato, e se da una parte non è maneggevole portarselo dietro durante le escursioni, ha l'indiscusso pregio che presentando foto a piena pagina, offre al lettore il sicuro vantaggio di osservare i fiori nei minimi dettagli. Sono 205 le specie descritte suddivise a seconda dell'abitat in cui si trovano. Un lavoro eccellente. Edito dal Parco Naturale Alta Valsesia nel 2004 non è certamente l'ultima fatica di Soster,ed è senz'altro un aiuto tra i più preziosi per identificare il fiore che abbiamo davanti.<br /></span></p>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-41721032564199027412020-12-15T18:27:00.004+01:002020-12-15T18:27:57.273+01:00Andar con le ciaspole<p>Dopo il libro sui sentieri di Finale ci vuole qualche suggerimento su itinerari dove andar con le ciaspole. o con gli sci e le pelli che sono due sport più consoni al periodo invernale, e, siccome sono di parte, iniziamo con qualcosa sugli itinerari situati nel Piemonte del nord. <br />L'Ossola è una zona molto adatta per questi sport e con le sue valli laterali offre itinerari per tutti i gusti. Sono 79 quelli descritti nella prima edizione nella guida <i><b>"Tracce bianche : con le ciaspole e gli sci dal lago Maggiore al Monte Rosa. 79 gite brevi" di Erminio Ferrari e Alberto Paleari.</b></i> pubblicata nel 2013 da MonteRosa Edizioni. Di particolare c'è che sono riportati i gradi di apprezzamento degli itinerari fatti sia con le ciaspole sia con gli sci lasciando al lettore la decisone ultima su cosa utilizzare per la progressione, perchè ci sono itinerari che sono da percorrere assolutamente con le ciaspole ed altri dove ci si diverte di più con gli sci. Leggendo le prime pagine scopriamo subito che il libro è molto simpatico, perchè mette ambedue gli sport, camminare con le ciaspole e lo scialpinismo, sullo stesso piano relegando la scelta dei mezzi al gusto ed alle capacità personali. E' simpatico anche perchè le gite elencate non sono percorribili solo da superman delle nevi, e lo dice il titolo stesso: 79 gite brevi, quindi accessibili anche da chi è senza allenamento, da chi ha poche ore a disposizione e da chi vuole fare lunghe soste per godersi il paesaggio e magari tornare a casa con la luce della luna. All'inizio le gite descritte dovevano avere un dislivello contenuto fissato ad un massimo di 1000 m, ma poi, come le ciliege, una gita tira l'altra e per non escluderne alcune di poco più lunghe ma facili, o altre particolarmente belle, ne sono state aggiunte ulteriori 22 di cui solo 6 superano i 1200 m ma tutte hanno in comune il fatto di svolgersi in ambienti spettacolari. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKLmRrkOnUtWdHm3gfegAVx5c36DjeBcsoohP7iVioRy4QUq6YBEhizZeIwBG5tnaCDGVTsA-HeySs4vcNJ-QdcJMX5DGMP7F_zxmtOwFWGnAovhOCxWasl1Sr5QsKGJraRGVTUnejpyVS/s269/tracce+bianche.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="269" data-original-width="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKLmRrkOnUtWdHm3gfegAVx5c36DjeBcsoohP7iVioRy4QUq6YBEhizZeIwBG5tnaCDGVTsA-HeySs4vcNJ-QdcJMX5DGMP7F_zxmtOwFWGnAovhOCxWasl1Sr5QsKGJraRGVTUnejpyVS/s16000/tracce+bianche.jpg" /></a>La guida comprende il territorio che va dalle montagne del lago Maggiore con mete frequentate come il Limidario fino alla zona del Mottarone con punte tipo il Monte Falò, dove, se in questi ultimi inverni è difficile trovare abbondante innevamento, lo stupendo panorama sul Monte Rosa e sulle Alpi Pennine, Lepontine e Retiche nonchè sulla pianura, compensa ampiamente il dover togliere e rimettere le ciaspole per superare gli eventuali tratti senza neve.<br /> Poi si risale la valle Strona sopra Omegna, dove vengono descritti gli itinerari più classici come il Massone, il Cerano con altri forse meno battuti come il Capezzone o la cima di Ravinella. In valle Anzasca forse sarà difficile trovare un innevamento idoneo per salire al Pizzetto sopra Bannio a causa della sua bassa quota, ma risalendo la valle troveremo senz'altro percorsi più innevati come il Torrione di Rosareccio o il Pizzo d'Antigine. Valle dopo valle in ognuna troviamo una scelta di itinerari fino ad arrivare lassù verso il passo di San Giacomo, in cima alla val Formazza, paradiso per eccellenza degli sport invernali, frequentato tutti gli anni da migliaia di scialpinisti e ciaspolatori. Nella guida non poteva certo mancare la bella Valle Vigezzo presentata con 7 itinerari tra i quali il Pizzo Ruggia dove alla salita con le ciaspole vengono date tre stelle, mentre ce n'è solo una per quella con gli sci. <br /></p><p>Nel 2015 è stata pubblicata una seconda edizione che comprende 87 gite. La nota dolente è che ambedue le edizioni non sono più presenti nel catalogo della Monte Rosa Edizioni, ma, nell'attesa che arrivi presto una terza edizione, speriamo siano ancora reperibili presso qualche libreria della zona, altrimenti potete venire in biblioteca a prendere in prestito la guida <br /></p><p>Un'ultima cosa. Nella guida non ci sono cartine, neanche un piccolo riquadro che riporti almeno le creste principali, gli alpeggi e le punte, quindi è indispensabile avere una carta topografica almeno in scala 1:25.000 </p><p> </p><p> </p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje5u6jEFZXXRXLT4CUGSYzgkv1vrZz6lG1DhkgmkHkqZ4ms19CodZjBaiRzFhQN92b8MrU7ulGS93duTs8xZj89n6_D27q8J5TT0ltoAauFkZbZ1rg1EVKXLpfyFO9KywPNM5jjiY96CgT/s284/ciaspole+valsesia.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="284" data-original-width="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje5u6jEFZXXRXLT4CUGSYzgkv1vrZz6lG1DhkgmkHkqZ4ms19CodZjBaiRzFhQN92b8MrU7ulGS93duTs8xZj89n6_D27q8J5TT0ltoAauFkZbZ1rg1EVKXLpfyFO9KywPNM5jjiY96CgT/s0/ciaspole+valsesia.jpg" /></a>Anche<b><i> Cesare Re</i></b> ha dato il proprio personale contributo all'andare con le ciaspole. La sua guida si intitola <i><b>"Con le ciaspole in Valsesia, Ossola, Centovalli, Sempione"</b></i> Edizioni Macchione 2009.<br />Per le gite qui descritte è necessaria un po' più di esperienza, non che siano difficili, ma sono descritte un po' sommariamente, come succede spesso nelle guide di questa casa editrice. Per contro vengono fornite parecchie informazioni sulle caratteristiche della zona. E' forse l'unica guida che riporti alcuni itinerari da fare con le ciaspole in Valsesia. Al di fuori della mia valle comprende anche alcune gite che si possono fare in inverno su terreno senza neve, come gli Orridi di Uriezzo, o l'itinerario n. 34 che fornisce info utili per un giro sul treno delle Centovalli. Sono 40 gli itinerari compresi nel volume di 151 pagine dove le molte e bellissime fotografie fanno venire voglia di partire subito. 9 di questi itinerari sono dedicati alla Valsesia, una valle che offre senz'altro di più, ma che bisogna scoprire poco a poco, 7 all'alpe Devero, 6 alla val Vigezzo, gli altri sono sparpagliati tra le rimanenti valli dell'Ossola. Parecchi sono riportati anche sulla guida descritta più sopra, ma non tutti.E' una guida utile per scoprire una zona nuova, per via delle informazioni sommarie come sottolineato più sopra. Anche qui mancano riquadri con riferimenti topografici e perciò diventa ancor più indispensabile munirsi di una buona carta topografica. <br /><br /></p>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-39862823479784789782020-12-08T17:41:00.000+01:002020-12-08T17:41:03.673+01:00Sentieri di Finale<p>Ma insomma perchè un libro di camminate in Liguria quando in giro c'è tanta neve? Perchè non recensire una delle tante guide con itinerari da fare con le racchette da neve o con gli sci da scialpinismo? Semplicemente perchè ci sono persone che d'inverno vanno a Finale ad arrampicare in compagnia di amici che non arrampicano e questi ultimi magari si annoiano un po' perchè non sanno dove andare. <br />La mia ultima esperienza di escursione in Liguria, propio nella zona di Finale non è stata delle migliori. Vi basti sapere che ci siamo trovati in cinque (noi due e altri sconosciuti coi quali abbiamo fatto gruppo) in un bosco e nessuno sapeva dove andare: c'erano tre sentieri, ma nessuna indicazione sulla destinazione. Poi è arrivata una ragazza quasi alla disperazione che, pur avendo in mano un foglio con un itinerario scaricato da internet, ripeteva di non sapere la propria posizione. Nonostante le nostre due cartine e la guida (vecchiotta, a dire il vero) tra tutti non riuscivamo a capire dove eravamo perchè c'erano i tre sentieri su menzionati ma la conformazione del terreno non corrispondeva a quanto riportato ne' sulle carte nè sulla guida. Non basta vedere i sentieri, bisogna anche sapere dove conducono, e in questo la lacuna delle info sul luogo era gigante. Comunque alla fine tutti sono arrivati alle mete prefisse. <br />Molto ben attrezzati per giri in MTB, per l'escursionismo c'era ancora molto da fare, ma visto che dalla <br />nostra esperienza sono passati alcuni anni, sono certa che le lacune sono state colmate. </p><p>Ho scelto la guida <i><b>"Sentieri di Finale: 45 itinerari per camminare e correre tra Borgio Verezzi, Finale Ligure e Noli" di Marco Tomassini, edizioni Versante Sud, 2013, </b></i>propio per la vicinanza dei sentieri alle principali pareti di arrampicata, e poi anche perchè gli itinerari proposti si prestano benissimo alla corsa in montagna come testimoniato nelle tante belle foto che corredano il testo. <br />Questa guida è un piccolo gioiello perchè approfondisce molte caratteristiche di ogni itinerario: oltre alle consuete info tipo lunghezza, dislivello, tempo di percorrenza e difficoltà, molto importante è il segnalare la presenza di acqua lungo il percorso e le indicazioni per muoversi con i mezzi pubblici senza problemi di posteggio e, informazione non meno preziosa delle altre, la qualità del segnale per il cellulare, indispensabile in caso di emergenza. Nella descrizione dei percorsi troviamo appositi riquadri dedicati agli edifici storici e religiosi che si incontrano per via.<br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyouN60rT4EAQVkTpoyP10E4uDgLBFGC0gRe7PSyGjBp4W2Lf0OZpIctNyV3COZbNX8-Xy-l9hqwpjx1efGWfYItK7h1M_ZXL8izA-j3-AZdkW-Q5boR4K9qiQve2352wWMGEZ7jsGPlsZ/s264/sentieri+finale.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="264" data-original-width="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyouN60rT4EAQVkTpoyP10E4uDgLBFGC0gRe7PSyGjBp4W2Lf0OZpIctNyV3COZbNX8-Xy-l9hqwpjx1efGWfYItK7h1M_ZXL8izA-j3-AZdkW-Q5boR4K9qiQve2352wWMGEZ7jsGPlsZ/s0/sentieri+finale.jpg" /></a></div><br />Aprendo a caso la guida mi sono imbattuta nell'itinerario n. 20 che descrive l'anello dei Frati che passa dalla bella Grotta dell'Edera la cui stanza superiore presenta un'apertura sul soffitto e dal castello bizantino di Finale chiamato Castrum Perticae con partenza ed arrivo presso un agriturismo. L'intero percorso richiede due ore e mezza per 500 m di dislivello e si svolge interamente su sterrato. <br />C'è anche la descrizione della traversata di Capo Noli da Verigotti a Noli, talmente famosa da non avere bisogno di ulteriori note introduttive. Per chi invece cerca qualcosa di un po' più difficile ecco l'anello Rialto-Miniere d'argento del Marchesato: 960 m di dislivello con difficoltà EE e 6 h di percorrenza. La difficoltà è dovuta al fatto che il sentiero di discesa scelto per il rientro e quello della deviazione necessaria per arrivare alle miniere sono scarsamente visibili. <br />Infine per chi volesse fare un salto nel passato ecco la traversata da Finalborgo a Varigotti. In 11 km e 600 m di dislivello in salita e altrettanti in discesa, si attraversano quattro tipici borghi di mezzacosta risalenti al medioevo (Monticello, Lacremà, Verzi e La Selva) che offrono uno spaccato sulle caratteristiche dell'entroterra finalese. Se poi invece delle 2 ore e mezza previste per la camminata se ne impiegano di più, vuol solo dire che si è approfittato della passegiata per curiosare tra le tipiche case dei quattro borghi. <br />Tutti gli itinerari sono corredati di una dettagliata cartina dove sono posizionati i punti più caratteristici riportati nelle descrizioni dei percorsi. Belle e sinificative le fotografie che illustrano gli itinerari: panorami sconfinati sul mare e sull'entroterra, bellissimi boschi, vedute di paesi, tratti di strade sterrate, di sentieri... C'è di tutto in queste foto che hanno una cosa in comune: fanno venire voglia di andare a fare un giro da quelle parti, anche se necessita aspettare tempi migliori. La quasi totalità degli itinerari è percorribile tutto l'anno, e quindi non mi resta che augurarvi buone passeggiate. <br /><p></p><p>Infine una notizia che farà comodo ad alcuni. Su issuu.com è possibile scaricare le prime 21 pagine del libro, così ci si può fare un'idea di come è fatta questa guida.<br /></p>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-47911213999114573252020-11-24T18:31:00.000+01:002020-11-24T18:31:03.222+01:00Tre album di foto sulla val Mastallone.<p><!--[if gte mso 9]><xml>
<o:OfficeDocumentSettings>
<o:AllowPNG/>
</o:OfficeDocumentSettings>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:EnableOpenTypeKerning/>
<w:DontFlipMirrorIndents/>
<w:OverrideTableStyleHps/>
</w:Compatibility>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="false"
DefSemiHidden="false" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="371">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="index 1"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="index 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="index 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="index 4"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="index 5"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="index 6"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="index 7"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="index 8"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="index 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Normal Indent"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="footnote text"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="annotation text"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="header"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="footer"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="index heading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="table of figures"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="envelope address"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="envelope return"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="footnote reference"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="annotation reference"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="line number"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="page number"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="endnote reference"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="endnote text"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="table of authorities"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="macro"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="toa heading"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Bullet"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Number"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List 4"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List 5"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Bullet 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Bullet 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Bullet 4"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Bullet 5"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Number 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Number 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Number 4"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Number 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Closing"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Signature"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Body Text"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Body Text Indent"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Continue"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Continue 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Continue 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Continue 4"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="List Continue 5"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Message Header"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Salutation"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Date"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Body Text First Indent"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Body Text First Indent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Note Heading"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Body Text 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Body Text 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Body Text Indent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Body Text Indent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Block Text"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Hyperlink"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="FollowedHyperlink"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Document Map"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Plain Text"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="E-mail Signature"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="HTML Top of Form"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="HTML Bottom of Form"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Normal (Web)"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="HTML Acronym"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="HTML Address"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="HTML Cite"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="HTML Code"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="HTML Definition"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="HTML Keyboard"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="HTML Preformatted"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="HTML Sample"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="HTML Typewriter"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="HTML Variable"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Normal Table"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="annotation subject"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="No List"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Outline List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Outline List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Outline List 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Simple 1"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Simple 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Simple 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Classic 1"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Classic 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Classic 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Classic 4"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Colorful 1"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Colorful 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Colorful 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Columns 1"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Columns 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Columns 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Columns 4"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Columns 5"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Grid 4"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Grid 5"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Grid 6"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Grid 7"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Grid 8"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table List 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table List 4"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table List 5"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table List 6"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table List 7"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table List 8"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table 3D effects 1"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table 3D effects 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table 3D effects 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Contemporary"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Elegant"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Professional"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Subtle 1"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Subtle 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Web 1"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Web 2"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Web 3"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Balloon Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" UnhideWhenUsed="true"
Name="Table Theme"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" SemiHidden="true" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" QFormat="true"
Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" QFormat="true"
Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" QFormat="true"
Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" QFormat="true"
Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" QFormat="true"
Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" QFormat="true"
Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" SemiHidden="true"
UnhideWhenUsed="true" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="41" Name="Plain Table 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="42" Name="Plain Table 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="43" Name="Plain Table 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="44" Name="Plain Table 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="45" Name="Plain Table 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="40" Name="Grid Table Light"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46" Name="Grid Table 1 Light"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="Grid Table 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="Grid Table 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="Grid Table 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="Grid Table 5 Dark"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51" Name="Grid Table 6 Colorful"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52" Name="Grid Table 7 Colorful"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46"
Name="Grid Table 1 Light Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="Grid Table 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="Grid Table 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="Grid Table 4 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="Grid Table 5 Dark Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51"
Name="Grid Table 6 Colorful Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52"
Name="Grid Table 7 Colorful Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46"
Name="Grid Table 1 Light Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="Grid Table 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="Grid Table 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="Grid Table 4 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="Grid Table 5 Dark Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51"
Name="Grid Table 6 Colorful Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52"
Name="Grid Table 7 Colorful Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46"
Name="Grid Table 1 Light Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="Grid Table 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="Grid Table 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="Grid Table 4 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="Grid Table 5 Dark Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51"
Name="Grid Table 6 Colorful Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52"
Name="Grid Table 7 Colorful Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46"
Name="Grid Table 1 Light Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="Grid Table 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="Grid Table 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="Grid Table 4 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="Grid Table 5 Dark Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51"
Name="Grid Table 6 Colorful Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52"
Name="Grid Table 7 Colorful Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46"
Name="Grid Table 1 Light Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="Grid Table 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="Grid Table 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="Grid Table 4 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="Grid Table 5 Dark Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51"
Name="Grid Table 6 Colorful Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52"
Name="Grid Table 7 Colorful Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46"
Name="Grid Table 1 Light Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="Grid Table 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="Grid Table 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="Grid Table 4 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="Grid Table 5 Dark Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51"
Name="Grid Table 6 Colorful Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52"
Name="Grid Table 7 Colorful Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46" Name="List Table 1 Light"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="List Table 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="List Table 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="List Table 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="List Table 5 Dark"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51" Name="List Table 6 Colorful"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52" Name="List Table 7 Colorful"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46"
Name="List Table 1 Light Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="List Table 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="List Table 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="List Table 4 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="List Table 5 Dark Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51"
Name="List Table 6 Colorful Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52"
Name="List Table 7 Colorful Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46"
Name="List Table 1 Light Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="List Table 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="List Table 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="List Table 4 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="List Table 5 Dark Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51"
Name="List Table 6 Colorful Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52"
Name="List Table 7 Colorful Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46"
Name="List Table 1 Light Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="List Table 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="List Table 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="List Table 4 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="List Table 5 Dark Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51"
Name="List Table 6 Colorful Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52"
Name="List Table 7 Colorful Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46"
Name="List Table 1 Light Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="List Table 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="List Table 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="List Table 4 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="List Table 5 Dark Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51"
Name="List Table 6 Colorful Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52"
Name="List Table 7 Colorful Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46"
Name="List Table 1 Light Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="List Table 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="List Table 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="List Table 4 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="List Table 5 Dark Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51"
Name="List Table 6 Colorful Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52"
Name="List Table 7 Colorful Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="46"
Name="List Table 1 Light Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="47" Name="List Table 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="48" Name="List Table 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="49" Name="List Table 4 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="50" Name="List Table 5 Dark Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="51"
Name="List Table 6 Colorful Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="52"
Name="List Table 7 Colorful Accent 6"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman",serif;}
</style>
<![endif]--></p><p>
</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Le antiche foto attirano sempre
la curiosità di molte persone ed anche quelle che sono frutto del reportage di
viaggio che Ugolino Fadilla, alias Adolfo Guallino, ha fatto partendo da
Varallo fino a Macugnaga non sono da meno. Siamo quasi alla fine del XIX°
secolo, e il Club alpino italiano,<span> </span>che
allora aveva sede a Torino, aveva indetto in collaborazione col Circolo
dilettanti fotografi un concorso fotografico al quale parteciparono grandi nomi
dell'alpinismo come Vittorio Sella, Guido Rey, e della fotografia come Vittorio
Besso. Il concorso mirava all'allestimento di una grande esposizione
fotografica che avvenne poi nel 1893. Tra i 28 espositori presenti nell'elenco
ufficiale Adolfo Guallino non compare e nemmeno Ugolino Fadilla, ma
quest'ultimo nome è presente nella relazione dell'evento comparsa su “La
rivista mensile del Cai” n. 3 del 1893.<span> </span>Qui
è riportato che il Fadilla fu premiato con una medaglia d'oro nella categoria dilettanti,
ottenuta unitamente ad una menzione speciale. Il premio gli fu assegnato dal
Comitato per l’Esposizione<span> </span>del Circolo
dilettanti fotografi che aveva organizzato la mostra nei propri locali. Non si
sa chi scelse l'editore per pubblicare le sue foto, che sappiamo furono stampate
in tre volumi più un indice di didascalie<span>
</span>nel 1893 a Torino presso la Stamperia Reale Paravia,<span> </span>la stessa che in quegli anni curava le
pubblicazioni del Cai. Durante il lavoro di riordino della biblioteca sezionale
mi sono trovata tra le mani l'opuscolo delle didascalie (sono 8 pagine compresa
la copertina) e l'elenco delle 123 vedute mi ha incuriosito non poco. Dei tre
volumi nella nostra biblioteca non c'è traccia, probabilmente sono scomparsi
negli anni bui della sezione successivi alla seconda guerra mondiale, quando il
materiale in uscita dalla biblioteca non era soggetto ad alcun controllo. Ho
anche cercato sui principali data base di libri di antiquariato e non ne ho
trovato traccia, e nemmeno nel mitico Perret (bibliografia di letteratura di
montagna dai primi scritti fino al 1997) per cui si può ipotizzare <span> </span>che ne siano state stampate poche copie e che
chi ce l'ha se lo tenga ben stretto.<span>
</span>Quindi è stato con viva sorpresa che ho saputo dalle pagine del Corriere
Valsesiano della presenza presso il comune di Fobello di tre album contenenti
le fotografie originali scattate dal Fadilla durante il suo viaggio. Poi grazie
all'architetto Enrica Ballarè, venuta in biblioteca a cercare materiale utile
per la stesura dei testi, ho saputo che le foto, debitamente restaurate e
digitalizzate, sarebbero state pubblicate in un libro, e così, finalmente,
avrei potuto associare un luogo preciso ad ogni didascalia dell'opuscolo.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqHi08VhuiodL3gpf6ErqSI7Am8GjulbDYdyqndpLw_4QPb4YLjRnoiktZ4st4NmG5HuzXhOb637DQuHv9JPpWfKlxt1fBL8jUwHUbLYOJMENC1fY5LFciTAXFF3l8jHXAbuD_CELDEEOE/s226/fadillaballar%25C3%25A8.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="223" data-original-width="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqHi08VhuiodL3gpf6ErqSI7Am8GjulbDYdyqndpLw_4QPb4YLjRnoiktZ4st4NmG5HuzXhOb637DQuHv9JPpWfKlxt1fBL8jUwHUbLYOJMENC1fY5LFciTAXFF3l8jHXAbuD_CELDEEOE/s0/fadillaballar%25C3%25A8.jpg" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><br /></span><p></p><span style="font-size: medium;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Il risultato è stato una sorpresa
perché si è ottenuto un volume<span> </span>molto
ricco di contenuti, come ci rivela il titolo: <b>“Da Varallo a Macugnaga passando
per Fobello e Baranca. 1887-1888. Le fotografie di Ugolino Fadilla.
Considerazioni di un meraviglioso viaggio alpino” a cura di Enrica Ballarè.</b> Le
considerazioni menzionate spaziano dalla tecnica fotografica utilizzata
all'epoca per scattare le foto, all'analisi di come si svolgeva la vita
quotidiana e quali erano le tradizioni nella val Mastallone di fine 800,<span> </span>a come era l'andare tra i monti<span> </span>e ai cambiamenti nel paesaggio avvenuti in
seguito ad interventi antropologici<span> </span>e naturali<span> </span>a partire dagli anni in cui si è svolto il
viaggio del Fadilla<span> </span>fino ai giorni
nostri. Per questi testi l'architetto<span>
</span>Ballarè<span> </span>si è avvalsa della
collaborazione di uno staff di studiosi<span>
</span>come Daniele Regis, Marco Negri, Enrico Rizzetti, Marco Giardino, Gianni
Mortara, ognuno dei quali ha trattato precisi argomenti legati al periodo e ai
luoghi riprodotti negli album. Le molte foto del Fadilla utilizzate per
integrare questi testi, mettono in risalto alcuni particolari che<span> </span>nel catalogo iconografico che conclude la
pubblicazione, sfuggono all'occhio dei meno attenti solo perché stampate più
piccole. Ma c'è molto da osservare, anche perché se sull’opuscolo presente in
biblioteca le didascalie sono 123, nei tre album di Fobello le foto sono 235,
segno evidente che qui sono compresi tutti gli scatti fatti durante il viaggio
e non solo una selezione come risultava dall’opuscolo. Ecco allora che vediamo
lo Stabilimento idroterapico di Varallo in fase di costruzione, il Piano delle
Fate con il sentiero che sale verso Brugaro,<span>
</span>i tetti di paglia di due case alla Ferrera e la galleria scavata nella
roccia poco prima dell'abitato, la segheria al Gulotto di Fobello, il lago di
Baranca e l'albergo Alpino, e poi ritratti e<span>
</span>scene rubate alla vita quotidiana degli abitanti in ogni località della
valle. Le foto non sono limitate al territorio di Fobello ma l'autore ha fatto
anche brevi visite a Rimella, ove ha immortalato la chiesa della Madonna del
Rumore, la frazione Grondo, e altre vedute. Tornato a Fobello è salito fino a <span> </span>Cervatto <span> </span>dove ha immortalato il paese col suo castello
recandosi poi fino a villa Banfi.<span>
</span>L'ultima foto della zona di Fobello è scattata al Col d'Egua, poi più
nulla fino a Pecetto di Macugnaga, dove gli scatti<span> </span>del Fadilla si sono sparpagliati tra le case
walser e i dintorni. Qualche foto riprende il torrente Tombach che attraversa
Macugnaga, in piena. E' forse da attribuire al brutto tempo la mancanza di foto
nel percorso tra il Col d'Egua e Pecetto? Possibile che Carcoforo e l'alta val
Quarazza non gli abbiano suscitato nessuna ispirazione? Non lo sapremo mai.
Arrivato a Macugnaga, il Fadilla ha documentato molto bene l'ascensione<span> </span>al Nuovo Weissthor<span> </span>e su alcune foto si vede anche il nuovo
rifugio che la nostra sezione e la sezione Ossolana del Cai avevano costruito
nel 1891. <span> </span>Non mi quadra la data della
costruzione<span> </span>del rifugio con quella del
viaggio, ma credo che il Fadilla<span> </span>sia
tornato a Macugnaga in un secondo momento ed abbia aggiunto solo
successivamente queste foto: non è un problema importante. L'importante è avere
questa stupenda documentazione fotografica, che ci apre una finestra su
com'erano la<span> </span>val Mastallone e Macugnaga
130 anni fa. E più importante ancora è che il comune di Fobello come promotore,
il Lions Club come editore, e gli autori abbiamo avuto la splendida idea di
fare in modo che tutti avessero la possibilità di giovarsi del frutto del lavoro<span> </span>di un fotografo “dilettante”, (che, a
giudicare dal risultato ottenuto, tanto<span>
</span>dilettante non era), ma che si è rivelato un viaggiatore molto attento a
tutto quanto lo circondava.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p><span style="font-size: medium;"> </span></p>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-3174584258767721192020-11-17T12:00:00.003+01:002020-11-17T12:00:34.236+01:00Romanzo sul futuro.<p> Riprendiamo dopo una pausa estiva la pubblicazione delle recensioni di libri sulla montagna. </p><p>Il tema scelto, lo sviluppo turistico in montagna, è un argomento molto delicato e da decenni divide le persone che amano la montagna in due fazioni opposte che si possono riassumere con Pro e Contro il turismo di massa. Lungi dal ritenere di avere in tasca la soluzione al dilemma, vorrei provare seppur alla lontana, ad affrontare l'argomento. <br />Vivendo in un piccolo paesino di montagna, so quali sono le difficoltà che si affrontano quotidianamente per vivere a 1200 m di quota. Recarsi al lavoro a più di 25 km di distanza e a circa 700 m di quota più in basso impone levatacce mattutine che possono essere peggiorate solo dal fatto che in inverno a casa nevica e al lavoro piove e quindi ci si deve alzare ancor prima del solito per spalare la neve ed arrivare all'auto per poi mettersi in strada e non sapere se si arriva a destinazione
perchè magari una valanga ha interrotto il transito. A rendere più difficili le cose ci sono anche l'isolamento forzato, la luce che va via a causa di una pianta caduta sui fili e la consapevolezza che pure d'estate sono sempre 20 i km che bisogna percorrere per arrivare alla farmacia, al supermercato, all'edicola, al negozio di scarpe, al cinema e a tutto il resto. I servizi mancano e gli asili e la scuola sono sempre ai classici 20 km di distanza. No, non è facile vivere in montagna. Ma se si vuole il contatto con la natura, con aria e acqua pulite, se si vuole fare una camminata tra pascoli e boschi senza utilizzare l'auto neanche per fare un km, se si vogliono i paesaggi incontaminati, se si vuole vivere in un ambiente dove, quando hai bisogno di aiuto, tutti si fanno avanti, anche chi non ti parla da anni, e sopratutto se si vuole vivere dove rimane il cuore tra un fine settimana e l'altro e si è consapevoli dei disagi ai quali si va incontro, allora la vita in montagna, per lo meno su alcune montagne, è quel che fa per noi. Poi c'è l'altra montagna, quella che è talmente sfruttata turisticamente, tanto da diventare una sorta di città in quota in continua espansione, perdendo gran parte della poesia del viverci, ma dove la vita è un po' più facile perchè tutto è a portata di mano. A guardare un po' più lontano dal proprio proverbiale naso, c'è da porsi due domande. La primariguarda il come andrà a finire nei centri alpini quando non si sarà più posto per nuovi impianti, nuovi alberghi e nuove case? Forse c'è un momento in cui gli amministratori di questi comuni devono avere il coraggio di dire BASTA!! Basta a nuovi impianti, alle nuove case, ai nuovi alberghi, ai nuovi negozi, all'eterna rincorsa dell' "Io, centro turistico, offro a chi viene da me una cosa che tu, altro centro turistico, non hai!" Però non conosco nessun posto dove finora sia stato pronunciato questo basta, e la corsa continua. La seconda domanda è sul come saranno invece i piccoli paesi che vivono solo delle proprie risorse e non hanno, o non vogliono avere, ricchezze territoriali da sfruttare a favore del turismo di massa? Io credo che posti come Cervinia, Madonna di Campiglio, Courmayeur, e i tantissimi altri centri alpini famosi, non avendo il coraggio di dire quel basta menzionato prima, tra cento anni saranno ancora pronti ad ospitare le folle di turisti, mentre i piccoli paesini, come quello dove abito, che attualmente vivono un turismo di nicchia limitato a poche persone, magari emigranti che tornano sul suolo natio per le vacanze, tra un secolo, ma anche meno, nella migliore delle ipotesi saranno abitati solo d'estate, o magari addirittura spopolati.<br /></p><p>Tutta questa premessa per introdurre l'ultima fatica di Marco Sartori dal titolo Il mistero della montagna edito da Spunto Editori nel 2014. </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv-oQnRC9OuytOKF4KwpeKb8kgWeNWTXs_1dq24xtcbwQtG3DJkHBaqVjaB_AykbvQQnyMkzMWBCychRdH0bD6cVU82ZVn9Y9tKzX68rO1IXZzgfPUKm-QbwZI0cXJnt-EWdGFfpjbhoqf/s254/mistero+montagna.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="254" data-original-width="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv-oQnRC9OuytOKF4KwpeKb8kgWeNWTXs_1dq24xtcbwQtG3DJkHBaqVjaB_AykbvQQnyMkzMWBCychRdH0bD6cVU82ZVn9Y9tKzX68rO1IXZzgfPUKm-QbwZI0cXJnt-EWdGFfpjbhoqf/s0/mistero+montagna.jpg" /></a></div><p><br />Ambientato nella Val Grande di Lanzo e più precisamente a Chialamberto negli anni 70 del secolo scorso, è un romanzo che ha tutti i personaggi del caso: c'è Arnaldo Defendini, ingegnere e imprenditore di successo che vuole portare il turismo invernale nel comune e che sogna la costruzione di piste da sci e di un abergo, il tutto con la speranza di riempire di denaro non solo le tasche degli abitanti della valle, ma anche, e sopratutto, le proprie; c'è Aurora la segretaria totalmente spaesata nell'ambiente naturale che si presta agli incarichi più strani per evitare un ipotetico licenziamento, ci sono il sindaco favorevole al cambiamento e i compaesani tra i quali c'è anche chi non è convinto; c'è l'oste che fatica a tirare avanti con l'unico albergo del paese diventato fatiscente e che spera in una ritrutturazione. C'è anche Findalo un ragazzo, quasi un folletto, che abita nei boschi della valle e li conosce alla perfezione, personaggio un po' misterioso un po' fantastico che alla fine riuscirà a sistemare le cose; e infine c'è la Signora della montagna, che dona un che di magico a tutta la storia.</p><p>Sono 251 pagine dalla lettura molto piacevole che ricordano, seppure in maniera molto blanda, il dilemma che alcune località di montagna hanno dovuto affrontare in passato, quando propio quella neve che fino al giorno prima li isolava dal mondo, li avrebbe proiettati verso un domani dalla vita più facile, combattendo, almeno in parte, lo spopolamento del paese ma al prezzo altissimo della perdita della propria identità fatta di antichi valori e centenarie tradizioni. </p><p>Una cosa però non l'ho capita ed è il particolare rgiuardo che l'autore ha riservato a Defendini scrivendo sempre ingegnere con la i maiuscola, mentre segretaria, personaggio senz'altro più simpatico è sempre scritto minuscolo. Che sia un errore di battitura sfuggito al correttore di bozze o fatto apposta per sottolineare l'importanza di un personaggio arrogante, ambizioso e senza scrupoli?<br /></p><p></p>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-42131222706920566302020-09-04T22:58:00.001+02:002020-09-04T22:58:56.193+02:00E' buio sul ghiacciaio<p>Per andare in montagna si possono scegliere vari modi. a seconda di quanto ci teniamo a raggiungere una punta. Se si hanno soldi, si può arrivare a spendere varie decine di migliaia di euro per scalare l'Everest come alcuni fanno oggi, altrimenti nel 1952 si poteva decidere di partire in bicicletta e dopo aver pedalato per 240 km, fare la salita in prima solitaria della via aperta da Cassin sulla parete nord-est del Pizzo Badile in sole 4 ore, quando una cordata normale ci impiegava 3 o 4 giorni, e inforcare nuovamente la bicicletta per tornare a casa, per poi addormentarsi pedalando e svegliarsi pochi secondi dopo al contatto delle gelide acque dell'Inn. Questo singolare episodio, la dice lunga sulla tenacia con la quale Hermann Buhl scalava le montagne. <br />
Nato nel 1924 a Innsbruck è riconosciuto come uno dei più grandi alpinisti dell'epoca.Ultimo di 4 fratelli dopo la morte della madre, a quattro anni fu mandato in orfanatrofio. Accolto dalla famiglia di una zia, nonostante avesse un fisico gracile, iniziò nel 1930 a fare le prime escursioni in montagna e nel 1939 si iscrisse al Club Alpino Austriaco. Iniziò a fare escursioni sempre più impegnative, rinforzando contemporaneamente il fisico arrivando presto a fare ascensioni su roccia del VI grado di difficoltà, finchè nel 1940 divenne guida alpina realizzando uno dei suoi sogni. </p><p>Da quel momento la sua attività alpinistica fu tutta un successo dopo l'altro, al punto che nel 1953 fu chiamato a fare parte della spedizione tedesca al Nanga Parbat. Hermann iniziò a tenere un diario di questa incredibile esperienza che il 3 luglio lo vide raggiungere in solitaria gli 8125 m della vetta.<br /> L'anno dopo usciva la prima edizione di <i>E' buio sul ghiacciaio</i>, nel quale era descritto il suo approccio alla montagna, le prime scalate, le prime conquiste e che divenne subito un classico della letteratura alpinistica. <br />Nel 1957 partecipò a una seconda spedizione che lo portò in vetta al Broad Peack. Pochi giorni dopo tentò la salita del Chogolisa con Diemberger, ma il destino aveva deciso che Hermann non sarebbe mai tornato da questa montagna: morì il 27 luglio precipitando a causa della rottura di una cornice intanto che rientravano all'ultimo campo dopo avere rinunciato alla salita a causa del maltempo. Su suggerimento di Hermann stesso si erano slegati in salita intorno a 7000 m di quota. era una bellissima giornata e Buhl era in perfetta forma. Come a volte succedein altissima quota, un repentino cambio di tempo rese impossibile proseguire la salita, imponendo il rientro durante il quale avvenne la tragedia. <br />Anche durante questa spedizione Buhl tenne un accurato resoconto. La trascrizione integrale di entrambi i suoi diari avvenne solo cinquanta anni dopo, grazie all'interessamento di Kurt Diemberger, suo ultimo compagno di cordata, e Hans Kammerlander. Grazie aDiemberger la vedova di Hermann recuperò i diari del marito, e una un anno dopo il tragico incidente una spedizione giapponese ritrovò un ulteriore diario che venne consegnato alla vedova.<br /></p><p>In questo volume sono racchiuse alcune tra le più belle pagine di storia. All'epoca di Hermann Buhl essere chiamati a partecipare a una spedizione in Himalaya un onore riservato a pochissimi. Bisognava essere forti alpinisti, il costo del viaggio era alto e poche, se non nulle, erano le informazioni che riguardavano i territori attraversati; anche le salite erano delle incognite sia come terreno che come difficoltà; erano un espressione di conquista non solo di vette inviolate ma anche della scoperta dei limiti umani, perchè poco si sapeva degli adattamenti dell'uomo alle grandi quote. Anche l'attrezzatura in dotazione agli alpinisti, pur essendo la migliore in commercio, era ben lontana da quella in uso anche solo pochi decenni più tardi. </p><p>La foto di copertina è il ritratto di Buhl ad opera di Fritz Aumann presa durante la salita al Nanga Parbat.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisgcy0zPlTalqPfI_7DtqRCN-rKud8rukpa38sUxYxTJngqbKpz4fzaLt5NpN0KnHt1j447FjL7jeV22lO61wEwpkyGIiPwm5AuOmNWeYOVjYtvIUjJ3OCU_NupXrtgDMZtUWrNdgwEEIU/s1323/buhl.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1323" data-original-width="921" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisgcy0zPlTalqPfI_7DtqRCN-rKud8rukpa38sUxYxTJngqbKpz4fzaLt5NpN0KnHt1j447FjL7jeV22lO61wEwpkyGIiPwm5AuOmNWeYOVjYtvIUjJ3OCU_NupXrtgDMZtUWrNdgwEEIU/s320/buhl.jpg" /></a></div><br /><br /><p></p>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-62310545756125135772020-05-20T16:39:00.000+02:002020-05-20T16:41:53.498+02:00Due libri... strani ma attualiIn
questi tempi di covid 19 la nostra vita ha subito quasi ogni genere di
cambiamenti: le dimostrazioni di affetto al di fuori dell'ambito
familiare sono diventate inesistenti, non possiamo più uscire di casa se
<br />
<div style="text-align: justify;">
non
per acquistare beni primaria necessità o recarci in farmacia o per
andare al lavoro. Anche se la situazione è un po' cambiata in questi
ultimi giorni, la nostra libertà è comunque messa a dura prova. Tutto
questo mi ha fatto venire in mente due libri che ho letto tempo fa e che
in qualche modo rispecchiano alcuni aspetti della situazione che
stiamo vivendo in questi ultimi mesi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Il
primo si intitola La parete la cui prima edizione tedesca, dal
teutonico titolo Die Wand, risale al 1968. L'autrice, Marlene
Haushofer, di origini austriache, racconta le vicissitudini di una donna
che è invitata da una coppia di amici a trascorrere qualche rilassante
giorno di vacanza in uno chalet di caccia situato in una imprecisata
radura in un'altrettanto imprecisata zona di montagna. Tutto ciò che si
sa è che appena arrivati allo chalet la coppia di amici si reca nel
paese vicino per fare acquisti lasciando la loro amica in compagnia di
Lince, il loro segugio bernese. Passano le ore ma la coppia non fa
ritorno. Durante la notte lo chalet rimane isolato dal resto del mondo
da una misteriosa parete invisibile sorta all'improvviso. Qui comincia
il racconto, sotto forma di diario, della protagonista che, resasi
finalmente conto di essere sola, vede che proprio quella parete che
l'ha isolata da tutto, le ha preservato la vita, perchè oltre la
trasparente barriera sembra che il tempo si sia fermato: tutto è
immobile come se
fosse scandito in un interminabile e infinito secondo. Deve perciò
industriarsi a
risolvere i problemi a cui va inevitabilmente incontro, primo tra tutti
come sopravvivere. Lo potrà fare solo grazie alle poche nozioni che,
negli anni trascorsi nell'agiatezza, aveva dimenticato ed all'aiuto
dei suggerimenti riportati su un vecchio calendario attaccato a un muro.
Quella che l'aspetta è una vita nuova, che la porterà ad avere una
nuova conoscenza di sè, e che segnerà l'inizio di una lenta rinascita
scandita dai ritmi della natura che la circonda e che l'aiuterà ad
affrontare un futuro ricco di incognite, in compagnia di un cane, due
gatti. In una baita trova una mucca
incinta, diventa pastora e veterinaria, si inventa agricoltore, perchè
riesce a piantare alcuni semi e alcune patate grazie alle quali riuscirà
a sfamarsi in futuro; si inventa esploratore, perchè vuole capire
quanto è estesa questa parete invisibile. Nel frattempo la primavera si è
trasformata in estate e poi in autunno e bisogna preparasi per
l'inverno che porterà un grande colpo di scena.</div>
<div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody>
<tr align="justify"><td style="text-align: center;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: 0px; margin-right: 0px; text-align: left;"><tbody>
<tr align="justify"><td style="text-align: center;">La
protagonista termina la stesura del diario a causa di un banale
problema: ha finito la carta sulla quale scrivere i propri pensieri, e
con questo finale Marlen ci ha fatto un dono immenso, un dono che
pochissimi autori fanno ai propri lettori. Ognuno di noi può
scegliere il finale che preferisce, quello che gli è più congegnale,
quello che gli suggerisce la fantasia, quello che non delude mai, tutti
andranno comunque bene.<br />
Nel 2012 dal libro è stato tratto anche un
film dal titolo Die Wand interpretato da Martina Gedek e diretto da
Julian Polsler. Nello stesso anno il film ha vinto parecchi premi tra i
quali quello della giuria ecumenica al Festival Internazionale del
Cinema di Berlino. <br />
Edito per la prima volta in italia nel 1989 il
libro cartaceo nel 2018 è giunto alla settima ristampa. E' disponibile
anche nel formato ebook sia per kindle sia per kobo e tolino.</td></tr>
</tbody></table>
</td></tr>
<tr align="justify"><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZlLnZBuHh5Apa4ao2GbWfWDSOiMEDP0AjjRiQOdKbBvRgwpfNajFBth1DGt9mcPmSM4wFq3Rwy7DYYbEtwzMrXg49XqbGZGpjxZGXVuoE2GTsBrqyqP1eV0RKfp-bP0YGDY-Ak-uSppMg/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="283" data-original-width="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZlLnZBuHh5Apa4ao2GbWfWDSOiMEDP0AjjRiQOdKbBvRgwpfNajFBth1DGt9mcPmSM4wFq3Rwy7DYYbEtwzMrXg49XqbGZGpjxZGXVuoE2GTsBrqyqP1eV0RKfp-bP0YGDY-Ak-uSppMg/" /></a></div>
<br /></div>
<div>
<span style="color: #b51200;"><b>La parete di Marlene Haushofer, Roma: Edizioni E/O, 2010</b></span></div>
<div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il secondo volume è ambientato tra le Alpi Veglia e Devero. Il titolo <b>Fuggire all'alpe</b>
rispecchia all'apparenza il sogno che molte persone appassionate di
montagna e desiderose di vivere tra la natura, vorrebbero realizzare, ma
che, per i più svariati motivi, non possono attuare. Tra gli
appassionati di montagna, lanci la prima pietra chi nella vita non ha
pensato almeno una volta di mollare tutto e andare a vivere in un
piccolo paesino tra i monti, in sintonia con la natura, lontano dalla
vita frenetica stressante e caotica che offre la città. In questo libro
quel che cambia, quel che non è preso in considerazione nella realtà, è
il motivo per cui questa decisione viene presa dai protagonisti. La
fuga è da una città caotica e violenta al limite della guerra civile
dove vivere è diventato impossibile, una città dove l'anarchia la fa da
padrone verso un luogo conosciuto per averci passato le vacanze in tempi
più tranquilli. Se una volta si lasciava la montagna per recarsi in
città verso un futuro fatto di posti di lavoro sicuri e di una vita più
agiata, in queste pagine è una profonda crisi energetica, unita al
pericolo vissuto nello stare in mezzo ad altre persone potenzialmente
violente che innesca un'inversione di tentenza: si lascia la città per
tornare alla sicurezza della solitudine offerta dalla montagna, dove la
vita, nonostante gli inevitabili sacrifici, torna ad essere degna di
essere vissuta.Come meta viene scelta l'alpe Veglia, che dove i
protagonistitanti anni prima si recavano durante le vacanze ed i fine
settimana per compiere escursioni verso i monti che circondano la conca
alpestre. Qui trovano alcuni loro amici che erano partiti tempo prima
per lo stesso motivo e unendo le loro forze con quelle degli alpigiani
già presenti formano una comunità che piano piano diventa sempre più
autosufficiente.</div>
<div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj33CNHmWqLRFSydOJREYOc2lpk0QIQcdymmsz9lNwBrDIaxq9INmIyOIQ3259YOs895o1kcSJDRkTIygAxJi-NYsDt5mSCNUBvW9NfHcFwPpOiALMmvgmCqxFeKcP3N1wnn9RqVbWDJzSD/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="417" data-original-width="291" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj33CNHmWqLRFSydOJREYOc2lpk0QIQcdymmsz9lNwBrDIaxq9INmIyOIQ3259YOs895o1kcSJDRkTIygAxJi-NYsDt5mSCNUBvW9NfHcFwPpOiALMmvgmCqxFeKcP3N1wnn9RqVbWDJzSD/s320/fuggireallalpe.jpg" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La
vita di tutti è scandita da regole prescise che nessuno ha imposto se
non il buon senso e che tutti accettano incondizionatamente: quando c'è
un problema se ne parla tutti insieme e si prende una decisione unanime.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si
sà che non sempre le ciambelle escono col buco, ed anche presso la
piccola comunità che abita l'alpe e che accoglie i fuggitivi dalla
pianura, la tranquillità tanto cercata è minacciata da qualcuno che
vuole dominare, qualcuno che dotato di un forte carisma viene a
sovvertire la tranquillità presente. Non tutti ci stanno e questo
porterà ad alcune gravi decisioni. </div>
<div style="text-align: justify;">
Concludo con una
personale riflessione: se ci fosse una comunità come quella citatanel
libro io andrei a vivere là, dove nessuno comanda, dove regna il
buonsenso, dove tutti aiutano e sono aiutati.</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #b51200;"><b><span style="color: #b51200;"><span style="background-color: white;">Fuggire all'alpe di Elvira Conti, Torino: Pangea edizioni, 1997</span></span></b></span></div>
Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-43395227373525449402020-04-13T16:48:00.002+02:002020-04-13T16:48:21.533+02:00dopo coronavirus.. in autunno...magari... speriamo<br />
Siamo in emergenza, nessuno può andare dove vuole e si esce di casa solo per giustificati motivi. Sono ormai decenni che sulle montagne non si sentiva un simile silenzio, una così profonda solitudine. Il periodo che stiamo attraversando è destinato, almeno per un certo periodo, a cambiare il nostro modo di vivere. Una cosa però rimarrà invariata: la nostra voglia di andar per monti, acuita da tutto questo più che giustificato #iorestoacasa. Chissà se e quando potremo regalarci qualche giorno a zonzo per l'Italia con lo zaino in spalla ? Chissà quando e come riusciremo a ritornar per monti? Per gli inveterati dell'andar per monti oltralpe verso nazioni più o meno vicine, o magari verso continenti certamente più lontani, ma non solo per loro, questa è l'occasione per riscoprire alcuni cammini in Italia che, come varietà di paesaggio e facilità di percorrenza, non hanno nulla da invidiare a quelli più famosi situati all'estero. <br />
Ne ho selezionati 4 dislocati negli Appennini, tra Emilia Romagna e Basilicata, descritti in altrettante guide pubblicate da Terre di Mezzo nella collana Percorsi.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTWFbKh5kzu4FHUS8v3dBNfcHxqDZbW4vD4epnIQfWZkB-XQXusDPuM84tisBpndVJf_YocR7ZrthfJpWo9nLvTuQI0ZVMrPq7uVQfsvjsR5IC_pgej94vCf5t8Qv6H9_me5IOo9eby1NA/s1600/500x_Guida_alla_Via_degli_Dei_2ed-400x730.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="730" data-original-width="400" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTWFbKh5kzu4FHUS8v3dBNfcHxqDZbW4vD4epnIQfWZkB-XQXusDPuM84tisBpndVJf_YocR7ZrthfJpWo9nLvTuQI0ZVMrPq7uVQfsvjsR5IC_pgej94vCf5t8Qv6H9_me5IOo9eby1NA/s200/500x_Guida_alla_Via_degli_Dei_2ed-400x730.jpg" width="109" /></a>Partendo da nord a sud la prima guida riguarda la <i>Via degli Dei</i> di Simone Frognani che invita gli escursionisti a recarsi da Bologna a Firenze attraverso i passi della Futa e dell'Osteria Bruciata lungo antichi sentieri che hanno visto nei secoli i mercanti trasportare la propria merce dal Mar Mediterraneo verso le città della Pianura Padana. La via, che inizia in Piazza Maggiore a Bologna e termina a Firenze in Piazza della Signoria, ha segnalazione dedicata, e ricalca per il 65% la Via Flaminia Militare. Richiede 6 giorni di viaggio e ricopre una distanza totale di poco più di 121 km dei quali il 20% sono su strade secondarie con fondo asfaltato mentre il resto è su strada sterrata e sentieri. La quota massima raggiunta è 1200 m. La guida, come tutte quelle di questa collana, è ben articolata: a una prima parte nella quale viene brevemente raccontato come è nato questo tracciato e alcune tappe sull'iter seguito per arrivare all'ufficializzazione del percorso, seguono alcune pagine con importanti consigli rivolti a chi si appresta a percorrerla. Anche la descrizione è accurata con le mappe dei percorsi delle singole tappe, con indicazioni sia pratiche, come lunghezza percorso, dislivello e orario, sia di carattere logistico come dove dormire o chiedere informazioni turistiche della zona ecc. Sono inoltre presenti interessanti specchietti di approfondimento su curiosità storiche e naturalistiche e un utilissimo suggerimento sui principali luoghi da visitare. Sulla guida sono anche indicate varianti per chi volesse affrontare il tragitto in bicicletta. Nelle ultime pagine è riportato il percorso inverso aggiungendo così ulteriori informazioni sulla via. Prima di partire e per saperne di più indispensabile consultare il sito <a href="http://www.viadeglidei.it./">www.viadeglidei.it</a><br />
<br />
La seconda camminata che vi propongo è<i> Di qui passò Francesco : 360 km tra Verna, Gubbio, Assisi ... Rieti. </i>di Angela Maria Seracchioli, giunta nel 2018 alla 7. edizione. La prima cosa che balza agli occhi di chi apre questa guida è la completezza: in 223 pagine abbiamo una guida escursionistica, una<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5ayj40EoenqKJho7LA2K_hcGdBZMaieBi9jTrhEI_I2R76vvPdnEf8bIokhrmV52xr05UdCe841ysRRNaOL4ZKPFxsnMpk5Y-pIjGuiUPOvc_w-UI_pbu0Mxz3k_1U2Id-5v1Rh0LZOfP/s1600/500x_COPE_DqpF-400x718.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="718" data-original-width="400" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5ayj40EoenqKJho7LA2K_hcGdBZMaieBi9jTrhEI_I2R76vvPdnEf8bIokhrmV52xr05UdCe841ysRRNaOL4ZKPFxsnMpk5Y-pIjGuiUPOvc_w-UI_pbu0Mxz3k_1U2Id-5v1Rh0LZOfP/s200/500x_COPE_DqpF-400x718.jpg" width="111" /></a></div>
per chi sceglie di spostarsi a cavallo, con gli asini e in mountain bike, e una per chi ha a disposizione solo la bici da strada. L'impostazione delle info di base è uguale a quella del precedente libro e allora parliamo un po' dell'itinerario a piedi. Si parte a piedi dal Santuario della Verna, raggiungibile in circa 20 minuti di cammino da Chiusi, dove possiamo lasciare l 'auto perchè è facilmente raggiungibile coi mezzi pubblici che si utlizzeranno per il ritorno. 18 giorni di cammino dopo, ma si può suddividere il percorso in periodi più brevi, dopo aver visitato San Sepolcro, Città di Castello, Gubbio, Pietralunga, Spoleto e un mucchio di altri posti legati alla vita di San Francesco i nostri scarponi ci avranno portato a Rieti e più precisamente a Poggio Bustone, circa 16 km dopo Rieti. Per chi si sposta a cavallo, con gli asini o in MTB il n. delle tappe è sceso a 15 ma è salito il numero di km per tappa. In alcuni tratti il percorso combacia con quello precedente, in altri invece le varianti fanno riscoprire altri angoli caratteristici dell'Umbria.<br />
Ancora meno tempo occorre per fare il percorso con la bici da strada: solo 7 giorni. Anche in questo caso si allunga la percorrenza delle tappe che va dai 31 km della prima ai 78 della 5. Assisi- Romita di Cesi. Percorrere questo tracciato dal profondo valore religioso permette di riscoprire vallate con foreste millenarie, con suggestivi eremi, ricche di storia e cultura. Maggiori info sul sito www.diquipassofrancesco.it o alla pagina fb Amici del cammino di qui passò Francesco.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJjBmrVrTm-gqcQFyHvW1ylgd89shl7qzFGklxk8ByamfP0Qzqhqx19zzS0V6Z8Iu0Wh7QW0vT7-64QDa3l8OkXcSSgF86NDDQKZWq5DuvZDJE6kDiODyidsCBI_zcZDS3Jaft7JVBZtbg/s1600/500x_Il_cammino_nelle_Terre_mutate-400x730.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="730" data-original-width="400" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJjBmrVrTm-gqcQFyHvW1ylgd89shl7qzFGklxk8ByamfP0Qzqhqx19zzS0V6Z8Iu0Wh7QW0vT7-64QDa3l8OkXcSSgF86NDDQKZWq5DuvZDJE6kDiODyidsCBI_zcZDS3Jaft7JVBZtbg/s200/500x_Il_cammino_nelle_Terre_mutate-400x730.jpg" width="109" /></a>Quasi in parallelo alla via appena descritta abbiamo scelto il <i>Cammino delle Terre Mutate,</i> di Enrico Sgarella, un titolo singolare per indicare un territorio che nel tempo ha subito gravi cambiamenti. A farlo mutare sono stati i terremoti che a più riprese a partire dal 1997 hanno interessato questa zona divisa tra quattro regioni: Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio. Le prime righe scritte nel libro recitano: "Il Cammino delle Tere Mutate, può essere definito, senza timore di eccedere, il primo itinerario escursionistico solidale d'Italia..." Mi pare un buon motivo per andare a farci un giro. Si parte da Fabriano, città famosa per le sue cartiere per arrivare a L'Aquila dopo 14 giorni e 257 km. passando per luoghi incantevoli come la Piana di Castelluccio, Norcia, Amatrice, Arcuata del Tronto e tanti altri. Si attraversano anche due parchi: quello dei Sibillini e quello del Gran Sasso che con i loro panorami grandiosi e ricchi non mancheranno di allietare il nostro passaggio laciandoci un indimenticabile ricordo di queste terre tanto duramente provate dal destino, quanto pronte per una difficile rinascita. Il tracciato si svolge sulla dorsale appenninica e attraversando quattro regioni è soggetto a condizioni climatiche molto variabili. Alle campagne marchigiane con clima più mite, seguono alcune tappe prettamente montane con altitudini che sfiorano i 1600 m di quota. La lunghezza delle tappe varia dai 9 km (Collebrincioni - Aquila ultima tappa) ai 25,6 km (Mascioni - Collebrincioni, penultima tappa) ma anche le altre vanno affrontate con un poco di allenamento e circa il 80% del percorso è su strada sterrata e mulattiere. Il Cammino è nato grazie all'impegno di tre associazioni: Movinento Tellurico, trekking, ecologia e solidarietà: www.movimentotellurico.it; Associazione proletari escursionisti (APE) Sezione di Roma: ape.alveare.it e infine Federtrek escursionismo e ambiente: www.federtrek.org. a loro ci si può rivolgere per ulteriori info. <br />
<br />
Decisamente più a sud si trova il Cammino Materano un tracciato che in una settimana ci condurrà da Bari a Matera ricalcando quello che era l'antica via Peuceta. Matera è punto di arrivo di ben cinque antiche vie: la via Lucana che arriva a Paestum; la Via Ellenica conduce a Brindisi; la Via<br />
Sveva che la collega a Trani e la via Dauna che termina a Trani. Una terra particolarmente ricca di storia, dove chi ama ripercorrere gli antichi sentieri, troverà pane per i propri denti.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSMK3nI4hF5oVI3q9UrZVRtUWTIXdwkiQUMDRFUz16mBIxmyMRz1NpPmdA07-5lYVnPQnkGKh6En8HInLoiOK09dEVzOfhFEuZL5VzuRHBgJFqE2dyalqoZWD7xH7RG_5BPwLS8FVrQHxa/s1600/Il_cammino_materano_2ed_500x-400x730.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="730" data-original-width="400" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSMK3nI4hF5oVI3q9UrZVRtUWTIXdwkiQUMDRFUz16mBIxmyMRz1NpPmdA07-5lYVnPQnkGKh6En8HInLoiOK09dEVzOfhFEuZL5VzuRHBgJFqE2dyalqoZWD7xH7RG_5BPwLS8FVrQHxa/s200/Il_cammino_materano_2ed_500x-400x730.jpg" width="109" /></a>Il percorso totale è di 168 km percorribili in 7 giorni. La famigerata tappa lunga è l'ultima: quando saremo un po' stanchi e molto allenati e dovremo camminare per quasi 30 km per portarci dal Santuario di Santa Maria di Picciano a Matera. La notizia bella è che a questa tappa c'è una variante che quasi dimezza il percorso a 17 km, ma si cammina quasi sempre su asfalto. Una delle cose assolutamente da vedere nel percorso lungo è la Riserva naturale orientata Oasi di San Giuliano: situata sul lago omonimo è una delle più importanti zone umide della Basilicata. Nel 2006 sulle rive dal lago è stato rinvenuto uno scheletro di balenottera risalente al Pleistocene. Sono tante le cose da vedere lungo questo tracciato e ancor più quelle da assaggiare: il pane di Altamura, le olive termite di Bitetto, il cece nero di Cassano, il lampascione... Anche in questo caso un sito internet ci può orientare nella scelta di questo percorso rispetto altri, su www.camminomaterano.it tutte le info che possono esserci d'aiuto lungo il tragitto.<br />
<br />
Qualunque sia il trekking scelto non dimenticate prima della partenza di chiedere la credenziale del cammino, estendibile anche ai nostri cagnolini che ci accompagnano. <br />
C'è anche un'app.: percorsiditerre.it molto utile per chi vuole avere a portata di mano tutte le info del trekking.<br />
<br />
Riassumendo:<br />
<span style="color: red;">Guida alla Via deli Dei, da Bologna a Firenze e ritorno; Simone Frignani, 2018</span><br />
<span style="color: red;">Di qui passò Francesco; Angela Maria Seracchioli, 2018</span><br />
<span style="color: red;">Il Cammino delle Terre mutate; Enrico Sgarella, 2019</span><br />
<span style="color: red;">Il Cammino materano lungo la via Peuceta; Angelofabio Attolico, Claudio Focarazzo e Lorenzo Lozito, 2019</span><br />
Tutte le guide sono edite da <span style="color: red;">Terre di mezzo con sede a Milano.</span>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-20261926175751736402020-04-04T21:39:00.000+02:002020-04-10T10:41:31.172+02:00L' avventura gli "sfrosit"Contrabbando: una parola che evoca non solo gli enormi quantitativi di droga e altre merci importate illegalmente che periodicamente le Forze dell'Ordine sequestrano a trafficanti senza scrupoli. Nelle terre di confine, in particolare quelle situate tra Italia e Svizzera, fino a pochi decenni fa, questa parola indicava un "lavoro" che spesse volte faceva la differenza tra <span style="background-color: white;">l'avere due pasti in tavola </span>e il potersi permettere l'acquisto di quanto serviva alle necessità quotidiane e la fame e la povertà che spesso obbligavano le popolazioni di montagna all'espatrio forzato verso le città o luoghi anche lontani.<br />
Tra la fine del 19° secolo e i primi decenni del 20° moltti colli delle Alpi Pennine, delle Lepontine, e delle Retiche furono attraversati da gruppi di persone che trasportavano grossi carichi di merci alcuni dei quali arrivavano a pesare anche 40 kg, che poi venivano vendute
"sottobanco" al di qua o al di là del confine.Ad essere trasportati verso la Svizzera erano sopratutto riso, gomme di biciclette, suole Vibram, salumi; verso
l'Italia sigarette, caffè, zucchero, tabacco, sale. Era un mondo,
quello degli "Sfrosit" chiamati anche "Spalloni", che aveva un suo codice etico, al qual non era permesso sgarrare. Era una realtà dalle
mille sfaccettarure dove contrabbandieri, popolazione e guardia
confinaria erano, a seconda delle circostanze, amici, nemici o
complici.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgB15lKfE2sA8Xi8JSocO87c_zv3UsfMHj0owO3jWroX6WiOJ8RRFHeMwP2rIzeTVEL-18x9CCgYUhO141M0-Qs77xGIU4N5OgBPeEisVm9JLaRUfRgR15zZB7FFj2bXl8RDQU3eXaE0mtQ/s1600/contrabbandieri+ferrari.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="276" data-original-width="183" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgB15lKfE2sA8Xi8JSocO87c_zv3UsfMHj0owO3jWroX6WiOJ8RRFHeMwP2rIzeTVEL-18x9CCgYUhO141M0-Qs77xGIU4N5OgBPeEisVm9JLaRUfRgR15zZB7FFj2bXl8RDQU3eXaE0mtQ/s320/contrabbandieri+ferrari.jpg" width="211" /></a>Dalle ricerche fatte è emerso che tra Ossola e Svizzera, partendo dalla nostra vicina Valle Anzasca salendo verso nord fino al passo di Gries e scendendo poi fino alla Val Grande e alle montagne sopra Verbania, sono stati censiti ben 36 passaggi tra colli e canaloni che, più o meno frequentemente, furono percorsi dagli sfrosit nei loro viaggi. Potevano essere passaggi facili tipo il passo di Antigine tra la valle Anzasca e la valle di Saas o più difficili come il canalone di Gondo: se salite verso il passo del Sempione, appena superato Gondo, la parete quasi a picco che sovrasta le case presenta una grossa spaccatura, un ripido canalone ben visibile dal tratto di strada tra i due tornanti a monte dell'abitato. Già alla luce del giorno ha un aspetto un po' inquetante, pensate a farlo di notte, senza luna e con 30 o più kg in spalla: all'epoca era una delle vie più sicure, adesso per gli escursionisti di oggi è una via ferrata.<br />
L'importanza di questo fenomeno è stata tale che ha lasciato dietro sè una serie di nomi di montagne che gli rimarranno perennemente associati: tra l'alpe Veglia e la val Divedro ci sono un pizzo Zucchero e un pizzo Caffè, sopra il Devero c'è un passo del Contrabbandiere, mentre un altro pizzo Zucchero è presente in valle Onsernone.<br />
Ci sono altri luoghi diventati un simbolo del contrabbando, come il già menzionalto passo di Antigine nei pressi del più famoso passo di Monte Moro, dove ogni anno si celebra una messa per tutti i contrabbandieri e i finanzieri periti sulle montagne. Un po' più facile invece è arrivare a Macugnaga dove è stato allestito il Museo del Contrabbandiere, ma sparpagliati ai piedi delle Alpi ce ne sono parecchi, in Val d'Intelvi, a Erbonne e molti altri.<br />
Tutto questo ci viene raccontato da<i> Erminio Ferrari</i>, giornalista e scrittore di Cannobio, nel suo libro
<i>"Contrabbandieri. Uomini e bricolle tra Ossola, Ticino e Vallese"</i> frutto di un'accurata ricerca su questo mondo, ottenuta intervistando gli ultimi
protagonisti e analizzando scrupolosamente una montagna di documenti
inerenti il contrabbando nel territorio dell'Ossola in Piemonte. Grazie a lui abbiamo la possibilità di riscoprire questo mondo, fatto di fame, di avventura, di solidarietà e di aiuto,
che se fino a pochi anni fa era un po' dimenticato, ora ha il potere di sorprenderci anche svelando le astuzie che ambedue le parti mettevano in atto per vincere la lotta. Al termine del libro, uno degli ex contrabbandieri intervistati ha affermato di aver smesso coi viaggi quando si è reso conto che avrebbe dovuto andare in giro armato con il rischio di diventare un assassino, mentre un altro ha affermato di avere cambiato vita perchè il contrabbando era finito in mano a gente che aveva solo la volontà del profitto facile e a tutti i costi, e quando nelle bricolle la droga aveva preso il posto del riso, dello zucchero e delle altre merci.<br />
<br />
<br />
Se quella di Ferrari è da considerarsi una preziosa documentazione, l'argomento, sotto forma di romanzo d'avventura, è stato ripreso anche in un suo altro testo dal titolo <i>"Passavano di là"</i>. E' un breve romanzo ambientato in valle di Bognanco. Il protagonista è l'anziano Meco attorno al quale gravita la vita di un nugolo di persone. Filo conduttore del libro è l'aiuto che Meco dà a un marocchino che deve attraversare un colle per rifugiarsi i Svizzera.<br />
<br />
Nel 1997 è uscito <i>"Nel sole zingaro"</i> di<i> Benito Mazzi</i>. E' una antologia di racconti che l'autore ha raccolto in giro per la valle Vigezzo. Sono i ricordi dei giorni che l'autore ha passato in compagnia della nonna che gestiva un'osteria a Meis e sono aneddoti raccolti dalle testimonianze di contrabbandieri nel corso di decenni di ricerche sul posto.<br />
<br />
Un po' più ad est sono ambientate le vicende raccontate in <i>"Sul confine"</i> di <i>Alberto Anzani</i> dal quale è stato tratto anche un dvd. E' un libro singolare, ambientato a Cernobbio e sulle alture della sponda occidentale del lago di Como nel quale l'autore raccontata in prima persona testimonianze raccolte durante anni di ricerche. Anche in queste pagine emerge a volte l'aiuto reciproco che le due fazioni si davano reciprocamente: a volte erano gli spalloni che lasciavano una parte del carico, altre erano i finanzieri che chiudevano un occhio al passaggio degli sfrosit, il tutto per trovare un equilibrio tra le necessità degli uni e i doveri degli altri.<br />
<br />
Spero di avere suscitato la vostra curiosità, perchè sono quattro libri che meritano veramente di essere letti.<br />
<br />
<b><span style="color: red;">Erminio Ferrari: Contrabbandieri. Uomini e bricolle tra Ossola, Ticino e Vallese; Verbania: Tararà, 2002 (2. Ed.)</span></b><br />
<b><span style="color: red;">Erminio Ferrari: Passavano di là; Bellinzona: Casagrande, 2002</span></b><br />
<b><span style="color: red;">Benito Mazzi: Nel sole zingaro: storie di contrabbandieri; Novara: Interlinea, 1997</span></b><br />
<b><span style="color: red;">Alberto Anzani: Sul confine; Como: Sax Editore, 2005</span></b><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYEBGj76y9EOCCCUOzJpK5lllAujZ35_LRQDVZFM8yZhldtD1kqOuLNDp15RK5RLC-x2G9QrLxLjwekQuWSB5PewLuq0aVRy8Al8l3SSof7ubzdT_xX0PXgZ40FRMN960y-c4EaU2c4jTe/s1600/sul+confine.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="267" data-original-width="189" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYEBGj76y9EOCCCUOzJpK5lllAujZ35_LRQDVZFM8yZhldtD1kqOuLNDp15RK5RLC-x2G9QrLxLjwekQuWSB5PewLuq0aVRy8Al8l3SSof7ubzdT_xX0PXgZ40FRMN960y-c4EaU2c4jTe/s320/sul+confine.jpg" width="225" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzaA56TKAlpI2-MgQDJBDniP2QfYEsgsx78TEIIAC2Hp-X1fJFg0xr1Bl6ik0q1AFsO1C1VfTFYX9CPnCets6TFC85YznU3ZSzmUmKPN3RH6BL7qqgF4GQgnZpDMBop0LQga4_qPYhcqy8/s1600/solezingaro.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="280" data-original-width="180" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzaA56TKAlpI2-MgQDJBDniP2QfYEsgsx78TEIIAC2Hp-X1fJFg0xr1Bl6ik0q1AFsO1C1VfTFYX9CPnCets6TFC85YznU3ZSzmUmKPN3RH6BL7qqgF4GQgnZpDMBop0LQga4_qPYhcqy8/s320/solezingaro.jpg" width="204" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4ndGs2uxqIj6aOXa546M3_xCQlpE1uoRmr2w4gGyenapFtnxss3So2YJMumdB4cruGjfpQ4K7wRONgBZHMJcJm8nPA8oqr3hZCCP6ulYsQP_wRi0Lfm1XdGiCWA1e3bRHaNGk_P5n5Ztv/s1600/passavanodila.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="285" data-original-width="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4ndGs2uxqIj6aOXa546M3_xCQlpE1uoRmr2w4gGyenapFtnxss3So2YJMumdB4cruGjfpQ4K7wRONgBZHMJcJm8nPA8oqr3hZCCP6ulYsQP_wRi0Lfm1XdGiCWA1e3bRHaNGk_P5n5Ztv/s1600/passavanodila.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-46832218849513454282020-03-16T16:51:00.003+01:002020-03-16T16:51:59.152+01:00Il pastore di stambecchi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJOQBVuCxolaTzIPPAbveDSsEn_s7U9XMlETdu8n7Gru-ITnXZ-Sg8kErtfAZLvOwkLvmquqdGKtutOQ7-phO-CFRZe83LY-bJIcBBn-_hKzSIkrpHeIh3KlKt30-NcxUx_zOiut3WwTUs/s1600/pastore+stambecchi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="273" data-original-width="185" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJOQBVuCxolaTzIPPAbveDSsEn_s7U9XMlETdu8n7Gru-ITnXZ-Sg8kErtfAZLvOwkLvmquqdGKtutOQ7-phO-CFRZe83LY-bJIcBBn-_hKzSIkrpHeIh3KlKt30-NcxUx_zOiut3WwTUs/s200/pastore+stambecchi.jpg" width="135" /></a></div>
Personalmente amo i libri che narrano di vita vissuta tra le montagne siano esperienze alpinistiche, siano testimonianze della vita di tutti i giorni, e se poi narra anche di un parco con i suoi animali è ancora meglio.<br />
L'ambiente è la Valle di Rhemes in Valle d'Aosta una delle valli comprese nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. In 295 pagine è descritta la vita Luigi Oreiller, 84 anni passati tra pascoli, canaloni, rocce e ghiacciai facendo il cacciatore e poi il guardiacaccia, il contrabbandiere, il manovale e anche il guardiaparco. Sempre con una particolare attenzione alla natura che lo circonda, una grande passione che si manifesta attraverso la sua arte che vede tronchi di legno plasmati in artistiche sculture. Il libro è ricco di aneddoti e di avvenimenti che hanno segnato la storia della valle e dei suoi abitanti, vere testimonianze di un mondo che va lentamente scomparendo. Louis affidando i suoi ricordi ad Irene Borgna ha suscitato la curiosità della trasmissione Geo&Geo che gli ha dedicato un'intervista estendendo a quest'angolo della Vallée un inusuale filmato trasmesso in tv all'inizio di marzo. La pubblicazione è patrocinata dalla Sede Centrale del Club Alpino Italiano che l'aveva inserita nella collana Passi.<br />
<span style="color: red;">Il pastore di stambecchi, Louis Oreiller e Irene Borgna, Editore Ponte delle Grazie, 2018</span>Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-18508861989337416862020-02-26T21:49:00.000+01:002020-02-26T21:49:51.759+01:00Alpinisti ciabattoni<br />
<br />
In questi ultimi decenni sono state riproposte al pubblico alcune opere letterarie di montagna edite tra fine del 1800 e i primi decenni del 1900 tipo<i> Il terreno di gioco dell'Europa </i>di L. Stephen oppure <i>La mia prima estate sulla Serra </i>di J. Muir, <i>La salita del Cervino </i>di E. Whymper, <i>Fontana di giovinezza</i> di E. Lammer giusto per citarne alcuni. Tutti questi libri hanno in comune una cosa: il testo originale, nella traduzione è stato adattato per essere letto dai lettori del giorno d'oggi. I vocaboli più obsoleti sono stati sostituiti con termini più attuali, la costruzione delle frasi è stata mutata per renderla più semplice, il tutto però sempre mantenendo nei limiti del possibile quelle sfumature che rendono unico ogni scrittore.<br />
<i>"Alpinisti ciabattoni</i>" invece è un piccolo tesoro di fine XIX secolo, che se fosse stato oggetto anche di una sola delle modifiche di cui sopra, avrebbe perso la maggior parte del suo fascino.<br />
Questa è l'opera più famosa di Achille Giovanni Cagna, nato a Vercelli l'8 settembre 1847. Amico di Faldella e De Amicis, ammiratore di Balzac e Flaubert si dedicò alla scrittura ma solo nella seconda metà degli anni 80, riuscì ad ottenere un successo insperato con questo scritto, che nella prima edizione ebbe la recensione nientemeno che di Eugenio Montale.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKWNahhWi3JTyHblTjAbxKvIkyWTrXKHFe7y0W9Bx3nCzhMiur0ZdbBnOS3BEDQOlQbsFHrcAlgOxe3nYhhJIZdi7FFrJARf9tlIVnNLjFWWGuMxyFs2Z0REgcCLeYdobJeyqbjqW4t1OW/s1600/alpiniticiabattoni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="485" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKWNahhWi3JTyHblTjAbxKvIkyWTrXKHFe7y0W9Bx3nCzhMiur0ZdbBnOS3BEDQOlQbsFHrcAlgOxe3nYhhJIZdi7FFrJARf9tlIVnNLjFWWGuMxyFs2Z0REgcCLeYdobJeyqbjqW4t1OW/s320/alpiniticiabattoni.jpg" width="221" /></a>Scritto con un linguaggio diventato ormai desueto, ancor oggi riesce a rendere un'idea precisa di un concetto, di una situazione che si vuole descrivere. Così riscopriamo che "....il sole sprazzava gli ultimi dardi squagliandosi in marosi fiammeggianti..."; oppure che un soppiede si può raggricciare e, per non rendere difficoltoso il camminare, si deve stirare, o ancora "... Una signora con abbondanze matronali sfoggiava al sole l'opulenza massiccia delle sue forme; sotto il giubbetto ponzava un seno monumentale... Martina serrata fino alle orecchie nel suo robone di seta, infagottata nella sua spolverina fatta in famiglia, e le braccia nude oltre al gomito, borbottò in lepidezza bottegaja: <i>Che insegna del martes grass!</i> ". Sono solo alcuni esempi ma il racconto è ricchissimo di espressioni simili, ed è impossibile immaginarlo riscritto in una versione aggiornata. <br />
E' il racconto delle avventure tragi-comiche del Sor Gaudenzio Gibella e di sua moglie Martina, una coppia originaria di Sannazzaro, piccola città della Lomellina, dove era proprietaria di una botteguccia ben avviata, e dopo 20 anni di continui rinvii riesce a concedersi la sospirata settimana di ferie, la prima della loro vita. La meta scelta è il lago d'Orta, del quale hanno tanto sentito parlare. Peccato che niente vada come programmato e tra compagni di viaggio assillanti, albergatori disonesti, sottopiedi fastidiosi, mal di denti e giornate di brutto tempo, il tutto farcito da tanta ingenuità e inesperienza, già da subito i due coniugi sentono la nostalgia della loro quotidianità e della loro bottega.<br />
Il titolo del libro deriva da un'avventura che li vede arrancare sopra Pella alla ricerca dell'alpe Giumello del quale hanno sentito parlare e dove sperano di poter bere una scodella di latte appena munto. Naturalmente nulla va come deve andare, e quella che sperano sia una bella gita, diventa ben presto un incubo, che li vede tartassati dalla sete, vagare spaesati sotto un sole che "adunghiava ferocemente" tra boschi e pascoli e poi sulla via del ritorno, anch'esso alquanto rocambolesco, che avviene senza essere arrivati all'alpe.<br />
<br />
Di quest'opera ci sono tantissime edizioni, l'ultima delle quali è stata stampata dalla Elliot Edizioni di Roma nel 2013, il che attesta che, anche se sono passati più di 130 anni dalla sua comparsa, il volume è ancora perfettamente attuale, e sembra quasi dare un avvertimento di quanto può succedere ancor oggi a chi affronta un'avventura, un viaggio o la montagna senza un'adeguata preparazione. <br />
E' una pubblicazione assolutamente da non perdere, che ci regalerà qualche piacevole ora di sincero divertimento.Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-17657287496478076142020-01-28T18:47:00.003+01:002020-01-28T18:47:42.550+01:00342 ore sulle Grandes Jorasses<h4 style="text-align: center;">
Grandes Jorasses 1971: storia di un dramma</h4>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Iniziando a scrivere questo articolo, mi sono resa conto di quanto tempo è passato da quell'ormai lontanissimo 1971: 48 anni, e nonostante tutto questo tempo, la vicenda narrata in questo libro è una delle più avvincenti e tragiche che abbia mai letto. </div>
<div style="text-align: justify;">
1971 dunque, il mese era febbraio e il giorno l'11. René Desmaison e Serge Gousseault partono per fare la prima direttissima invernale alla Punta Walker delle Grandes Jorasses. Nonostante il ghiaccio che ricopre la roccia, che aumenta notevolmente la difficoltà della scalata, l'ascensione procede senza intoppi. Il 14 febbraio, il tempo cambia e inizia a nevicare. Il giorno dopo i due alpinisti sono ancora a 300 m dalla punta, hanno pochi viveri, una corda che si è rotta in seguito ad una caduta di sassi, hanno solo più tre chiodi da ghiaccio e continua a nevicare. Il 16 sono avanzati di 50 metri quando la radio viene messa fuori uso a causa di una scarica di neve. Il 17 Serge dimostra i primi segni di stanchezza, che peggiorano con il passare del tempo. E' impossibile tornare indietro. L'unica via di salvezza e continuare la salita, a tutti i costi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJZNCycQ7M4_13XiaUaVo8QXzTzqWCzNpD7XPJY0pQoEEGLY3kUQUXRwmRFFtX3jwmxY9LJJIUk13a6c27CO-kX2J2P8xKYZvGEhtojcZ7LKtHmoNEofGWdUM9qLXxnRxglSRaIgD7Whmu/s1600/342+ore+1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="266" data-original-width="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJZNCycQ7M4_13XiaUaVo8QXzTzqWCzNpD7XPJY0pQoEEGLY3kUQUXRwmRFFtX3jwmxY9LJJIUk13a6c27CO-kX2J2P8xKYZvGEhtojcZ7LKtHmoNEofGWdUM9qLXxnRxglSRaIgD7Whmu/s1600/342+ore+1.jpg" /></a>Intanto a valle Simone, la moglie di René inizia a preoccuparsi, riesce ad ottenere che un elicottero della Gendarmerie Haute Montagne Française effettui un volo di ricognizione sulla parete. Dall'elicottero in volo sopra in rifugio Boccalatte, probabile punto di transito in caso di rientro dei due alpinisti, non si vedono tracce, quindi René e Serge sono ancora in parete, presto individuati a cento metri dalla cima. Un'incomprensione dà inizio al dramma: l'elicottero è molto vicino e René non ritiene necessario lanciare la richiesta di aiuto convenzionale in montagna, (un segnale ripetuto sei volte in un minuto, in questo caso un braccio che si alza) perché è certo che l'equipaggio riesca a capire che sono in difficoltà. Il pilota li vede fermi, ma la mancanza della richiesta di aiuto lo tranquillizza, sa che sono alpinisti in
gamba e se ne va. Al rientro il pilota dirà che li ha visti bene, a
cento metri dalla vetta: ma René e Serge ormai sono in parete da 10
giorni, ormai con pochi viveri. Serge sta sempre peggio, René riesce a sopravvivere grazia alla
propria tempra eccezionale. Devono passare ancora 4 giorni, eterni, duri, fatti di speranze e di delusioni, giorni fatti di morte, quella di Serge avvenuta il 22 febbraio, prima che i soccorsi, dopo vari tentativi, riescano a portare a valle i due alpinisti, 342 ore dopo essere partiti per le Grandes Jorasses.</div>
<div style="text-align: justify;">
Finisco qui. Lo sgomento mi prende per l'ennesima volta rileggendo questo libro. Lo sgomento è per la morte di Serge ma sento anche il sollievo e l'ammirazione per René: sollievo per il suo salvataggio, ammirazione perché con forte determinazione, è riuscito a completare la via il 16 gennaio 1973 in cordata con il nostro Giorgio Bertone.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La prima edizione in italiano di questo libro risale al 1973 per i tipi della casa editrice Dall'Oglio, che l'ha inserito tra i primi volumi della celebre collana Exploit, ma ne esiste una più recente del 2014 edita a cura del Corriere della Sera. Tra le due ce n'è un'altra del 2007 della Corbaccio che nel frattempo ha acquistato i diritti sulla collana Exploit e ce l'ha inserito come ristampa. </div>
Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-59156468695202508092019-12-27T17:35:00.003+01:002019-12-27T17:35:47.812+01:00per monti e panorami<h4 style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Alternativa alla neve.</span></span></h4>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Siamo in inverno e si sono riempite le piste delle stazioni sciistiche, mentre altri hanno optato di raggiungere vette e colli con le pelli di foca o muniti di ciaspole. Non a tutti, però, piace la neve è quindi la cerchia delle probabili gite in montagna si restringe: in alto non si può andare proprio perchè è facile trovare la bianca e fredda coltre. Allora si cercano escursioni in zone a quota più bassa, magari ignorate nei mesi estivi per via delle temperature alte, magari in zone che solitamente non consideriamo propriamente alpine. Se ci aggiungiamo anche un bel panorama, allora la gita diventa un'esperienza da non perdere. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQvGrVIeDK7_KhFHYwzCjZWurFy0On_KrKE7sUUyXveO_qF3BjJ8iqRJPHqJeYMeh5I5nW5joqnJg5J6kmIS9G6JThwAX8HDJUUqUCfuuzwHelAR2TPY_cxmDpV0pfTGu4XLSlHhm68H3u/s1600/montiepanor.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="274" data-original-width="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQvGrVIeDK7_KhFHYwzCjZWurFy0On_KrKE7sUUyXveO_qF3BjJ8iqRJPHqJeYMeh5I5nW5joqnJg5J6kmIS9G6JThwAX8HDJUUqUCfuuzwHelAR2TPY_cxmDpV0pfTGu4XLSlHhm68H3u/s1600/montiepanor.jpg" /></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In questo caso un libro che vi può servire è : <b><span style="color: #cc0000;">Andar per monti e panorami del Lago Maggiore, di Tullio Bagnati e Giancarlo Martini, n. 7 della collana Guide, edito a Verbania da Tararà nel 2008, </span></b>e<b><span style="color: #cc0000;"> </span></b><span style="color: #cc0000;"><span style="color: black;"> vi potete trovare 120 itinerari con bellissimi scorci panoramici sul Lago Maggiore. Ci sono gite facili, a bassa quota e per questo fattibili in periodo invernale, come quelle della cima del Falò, o del Sass dal Pizz situate nel Vergante, oppure il giro del forte di Orino nelle prealpi Varesine. Tra i primi ed il secondo c'è un'ampia scelta a seconda della stagione: Montorfano, Val Grande, locarnese, Sassariente, per poi scendere sulla sponda lombarda del lago con Sopraceneri, Gambarogno e via via fino ad arrivare ai Pizzoni di Laveno, posti poco a nord ovest di Varese. La descrizione degli itinerari è molto ben fatta e per ognuno di essi ci sono tutti i dati che servono per intraprendere in sicurezza l'escursione. In alcuni riquadri possiamo trovare degli approfondimenti che aiutano a capire qualcosa di più sulla zona attraversata durante la nostra gita. Gli itinerari sono raggruppati in 14 zone ognuna delle quali è ben spiegata all'inizio di ciascun gruppo. Se andare in montagna è un'emozione, percorrendo gli itinerari descritti in questo volume, di emozioni ne vivremo parecchie. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: #cc0000;"><span style="color: black;">Un piccolo mistero aleggia attorno a questo volume. Cercando si internet abbiamo trovato un'altra edizione di questo libro con la foto di copertina differente ed il sottotitolo che recita "140 itinerari sospesi tra lago e monti". E' stato presentato presso la sezione del CAI di Verbania il 17 marzo 2008 durante l'iniziativa "Caffè in vetta". Non abbiamo trovato altre tracce di questa edizione, nemmeno nel sito di Tararà. La data di fine stampa della nostra copia, quella dei 120 itinerari per intenderci, è aprile 2008. Magari si tratta di un'edizione anomala: tra la prima e la seconda il numero degli itinerari</span></span></span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: #cc0000;"><span style="color: black;"> invece di aumentare</span></span></span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: #cc0000;"><span style="color: black;">, come solitamente avviene, è diminuito, ed è stata fatta una presentazione della prima edizione un paio di settimane prime dell'uscita della seconda, ma anche questo è molto strano. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: #cc0000;"><span style="color: black;">Lancio dunque una caccia al tesoro: "la ricerca dell'edizione perduta". Chissà che qualcuno la trovi: il premio sono 20 itinerari in più. Intanto buone gite a tutti.</span></span></span></div>
Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-31376036083276247222019-12-20T16:47:00.001+01:002019-12-20T17:11:22.433+01:00Eiger: L'Orco delle Alpi<br />
<h4 style="text-align: center;">
<span style="color: #cc0000;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Eiger, ovvero L'Orco.</span></span></span></h4>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alcuni dei libri che riguardano questa montagna hanno dei titoli inquietanti: <i>Eiger la morte arrampica accanto</i>, <i>Arrampicarsi all'inferno</i>, <i>Scalata senza fine: il muro della morte, </i></span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Il prigioniero dell'Eiger : parete nord, agosto 1957 : la verità : Claudio Corti racconta un'odissea lunga cinquant'anni.</i> L'ultimo in ordine di edizione è<b> <span style="color: #e06666;">L'ossessione dell'Eiger di John Harling Jr. edito da AlpineStudio nell'agosto del 2019</span>,</b> titolo già inserito al n. 98 della collezione "I licheni" della Vivalda CDA nel 2008. </span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">John Harlig Jr. è il figlio di quel John Harlig morto nel 1966 precipitando durante il tentativo di portare a termine la prima direttissima invernale alla famigerata parete Nord dell'Eiger. </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnnsGrOf3KAx2K3TSM6zVpT36VgGZ4MTEoslc2_K7L6FtZY8HHsCluqjEDNDvzl-jokdO34aEt6zHUCc3jb-kT4PE8iUaZ-aplx7IkSHSvezQOfuj5F-LZo2on07Dcs3nuk_1cAMJ4FGnI/s1600/eiger.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="410" data-original-width="280" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnnsGrOf3KAx2K3TSM6zVpT36VgGZ4MTEoslc2_K7L6FtZY8HHsCluqjEDNDvzl-jokdO34aEt6zHUCc3jb-kT4PE8iUaZ-aplx7IkSHSvezQOfuj5F-LZo2on07Dcs3nuk_1cAMJ4FGnI/s320/eiger.jpg" width="218" /></a></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nella prima parte di questo libro troviamo pagine di alpinismo scritte "dall'altra parte" quella di chi sta a casa ad aspettare con ansia il ritorno di chi vive la montagna da protagonista. E' anche la storia di un ragazzino di nove anni che attende il ritorno del papà per realizzare le avventure progettate insieme, come fanno tutti i bambini di quell'età. Sogni che la tragedia sulla Nord dell'Eiger si è portata via, <span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">lasciando dietro sè fantasmi e paure e un bimbo che promette alla sua mamma di non diventare mai un alpinista. Via via che gli anni passano a poco a poco, la passione per la montagna prende il sopravvento, e John Jr. non riesce a mantenere la promessa. Inizia a scalare montagne in tutto il mondo, diventando un grande scalatore moralmente diviso in due: l'Eiger diventa un'idea fissa, ma John sa che, per mantenere fede alla parola data anni prima, deve tenersi lontano dalla sua famigerata parete. Inizia un rapporto di amore/odio con questa montagna: vorrebbe salirla, ma il ricordo della morte del padre lo frena. Finchè si rende conto che per poter vincere questa paura, e con essa anche i propri fantasmi deve scalarla, e ci riuscirà ...</span></span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Con la Parete Nord delle Grandes Jorasses e la Parete Nord del Cervino, questa parete ha per anni turbato i sonni di alpinisti di tutto il mondo che le consideravano a ragione " uno degli ultimi tre grandi problemi delle Alpi" a causa delle particolari condizioni climatiche, delle difficoltà di salita e della lunghezza. Volendo si possono trovare alcuni titoli che esaminano queste tre montagne proprio sotto questo aspetto.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E' un libro che "acchiappa", da leggere sul divano intanto che fuori piove o nevica. Sono 316 pagine molto ben scritte che forse invoglieranno qualcuno a percorrere l'Eiger Trail, il bellissimo sentiero escursionistico che corre alla base della parete partendo dalla Kleine Scheidegg fino a Grindelwald: un poco lungo se percorso nella sua interezza, ma certamente più alla partata di tutti di quanto lo è la salita sulla Parete Nord. </span></span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> </span></span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> </span></span></div>
Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-59180258034610305412019-12-06T16:29:00.002+01:002019-12-18T10:14:51.544+01:00 Scialpinismo in Valdossola : una guida... tre guide <h3 class="post-title entry-title" itemprop="name">
</h3>
<div class="post-header">
</div>
<h3 class="post-title entry-title" itemprop="name">
</h3>
<span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: #cc0000;">Sci alpinismo in Val d'Ossola, Loris Bonavia e Previdoli Mauro, </span></span></span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: #cc0000;">Domodossola: Libreria Gross<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">i </span></span></span></span></span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVgSyxyUpBRuNvgin3QmV1yCmFUNm3Nrq0oMz5nvmtaLjPEGfXnTWTWTlKfY769vWQLtEGFRv_13nJ2b_i4vAwfKlB3piKE1VJS-GS45iA-Xn5u24nAEsX_1Rfh7oimKvgiAEWGXJLnCEm/s1600/scialp.+ossola+1+1980.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAXtznp6bPsDypazMcZUiI6CqMdShiaPWA99LBJxnrUMTZY9O9n53aSjfb6NDVRemrZ1eSvTM_sF-qu6svGqa2eh-IBRIREAffnWnZWSKKhlgsqM_yyI53T1lJzu5_ptZ08PjqXZs8R8hs/s1600/scialp.+ossola+1+1980.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="267" data-original-width="189" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAXtznp6bPsDypazMcZUiI6CqMdShiaPWA99LBJxnrUMTZY9O9n53aSjfb6NDVRemrZ1eSvTM_sF-qu6svGqa2eh-IBRIREAffnWnZWSKKhlgsqM_yyI53T1lJzu5_ptZ08PjqXZs8R8hs/s1600/scialp.+ossola+1+1980.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiRh-RWQe9xJNusrKDtemm1SQfcnFmrXZ5IpM-a93ydGPWb7uVVHUcPGnuyDiILwId4FDohs8FeiMc_Yp4_FGo7Aie0UH3XIfu85uLAYyLMNOlSy3UFMux3Ur0dzyhqvUJoHM6uWq8NcYb/s1600/Scialp+1993.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiRh-RWQe9xJNusrKDtemm1SQfcnFmrXZ5IpM-a93ydGPWb7uVVHUcPGnuyDiILwId4FDohs8FeiMc_Yp4_FGo7Aie0UH3XIfu85uLAYyLMNOlSy3UFMux3Ur0dzyhqvUJoHM6uWq8NcYb/s1600/Scialp+1993.jpg" /></a></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirZuBhB7tF-YYzJrr_AfNCzgbEL7rxqwMhCRaKcRU02HjROqrbkjeHM-5iRBQ1z7wreW4ZOqMGW17Y9PfzndxxTI_-KFD9QF1kxK1lNCxVTAO4Ui4vgK5HjxUBLsJZU_wnDrkbDm8ve09U/s1600/scialp+ossola+3+2001.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirZuBhB7tF-YYzJrr_AfNCzgbEL7rxqwMhCRaKcRU02HjROqrbkjeHM-5iRBQ1z7wreW4ZOqMGW17Y9PfzndxxTI_-KFD9QF1kxK1lNCxVTAO4Ui4vgK5HjxUBLsJZU_wnDrkbDm8ve09U/s1600/scialp+ossola+3+2001.jpg" /></a><a href="https://www.blogger.com/u/1/null" name="_GoBack"></a></span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un compagno
di tante gite: così mi piace pensare di questa guida entrata a far
parte dei classici dello scialpinismo. Credo non ci sia scialpinista
nel nord Italia che non l'abbia consultata almeno una volta per
organizzare una gita. Tre sono state le
edizioni di questa guida: nel 1980, nel 1993
e nel 2001 sempre con lo stesso editore. Nel corso del tempo non c’è
stata una grande variazione nella descrizione degli itinerari e
nemmeno nelle preziose fotografie che riportano il tracciato di
salita e, a volte, anche di discesa. L’unico cambiamento
avvenuto nel tempo, peraltro molto importante, è quello della quantità
delle gite descritte che dai
65 itinerari iniziali sono diventate 82 della seconda edizione per
arrivare ai
94 descritti nell’ultima. Il che è una dimostrazione che,
nonostante le montagne siano immutabili nel tempo, c’è sempre
qualcosa di nuovo da descrivere.</span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il
libro è un classico dello
scialpinismo, che riguarda una zona dove questo sport è nato. Vi sono
descritte gite di ogni difficoltà e di ogni lunghezza a un
tiro di schioppo dalle grandi città come Milano e Torino, e a un
tiro di pistola da altri centri abitati più piccoli, come Varese e
Novara. Ci mettiamo anche la Valsesia? Certo perché da Varallo al
Sempione ci sono circa 100 km, e già intorno al passo possiamo
trovare 27 gite per ogni gusto, senza contare che le valli
Anzasca, Antrona, e Bognanco, un poco più vicine, ce ne offrono
altre 10. E se non ci bastano queste ci rimane la Val Formazza che ci
offre altre 24 gite, poi c'è la Val Vigezzo con altre mete. Se poi in
primavera abbiamo la fortuna di
avere qualche giorno di ferie, e se sono 6 è meglio, possiamo
impegnarci a fare la Haute Route delle Alpi Ossolane: si parte dal
passo del Sempione e con un'infinità di sali-scendi si arriva a Riale
dopo 4078 m di salita e 4263
m di discesa. </span></span></span></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;">
</span>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nonostante
siano passati quasi 40 anni dalla prima edizione, questa, nelle sue tre
edizioni, è una delle guide di scialpinismo più richieste. </span></span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Della stessa zona c'è un'altra guida dal titolo "Scialpinismo in Ossola" con autore Loris Bonavia editore Grossi. In questa guida le gite sono ulteriormente salite a 102.</span></span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il 17 dicembre abbiamo ricevuto direttamente da Blu Edizioni, la notizia di una nuova edizione curata da loro. Il titolo è Ossola skialp con autori Paolo Sertori e Simone Antonietti. Dall'indice apprendiamo che la descrizione delle gite è scesa a 61 più due traversat. Sul sito dell'editore è possibile vedere un'anteprima delle prime pagine e della descrizione di alcune gite nella zona del Passo del Sempione. L'edizione presenta una serie di nuove accattivanti fotografie. Vi diremo di più non appena compreremo il libro. </span></span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> </span></span></span></div>
Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-13034871628566809152019-12-06T16:24:00.002+01:002019-12-06T16:24:25.823+01:00Un manuale per gite più sicure sulla neve.<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;"><span>Lo so che avevo scritto che questo
appuntamento sarebbe stato quindicinnale, ma continua a
nevicare, il che lascia ben sperare in un inizio anticipato della stagione invernale, quindi
recuperiamo sci, pelli di foca e ciaspole, e non appena ci sarà un
po' di Un manuale ...primmasole diamo il via a nuove avventure sulla neve.</span></span></span></span></span></div>
<span style="font-size: small;">
<span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">
<span>
</span>
<span>Prima di iniziare una qualsiasi gita, stiamo però attenti alle condizioni
del manto nevoso: in alto ne è venuta veramente tanta ed il terreno
non era ancora gelato, quindi c'è un alto pericolo di caduta
valanghe.</span></span></span></span>
<br />
</span><div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLUWxpKq40dNiOOu5BRd7RJgBNJcLtLSm2Kvt22X8j-Xt7CnYCgMrGvlogphqQaINBP6hc4SFdP1mIYxg3Y3O_xmUSxfAXYNxnMPvflCQ81CXbuFHHMHM2MpZg9peU_tUIjIHFgy9BKINf/s1600/neve+cresta.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="205" data-original-width="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLUWxpKq40dNiOOu5BRd7RJgBNJcLtLSm2Kvt22X8j-Xt7CnYCgMrGvlogphqQaINBP6hc4SFdP1mIYxg3Y3O_xmUSxfAXYNxnMPvflCQ81CXbuFHHMHM2MpZg9peU_tUIjIHFgy9BKINf/s1600/neve+cresta.jpg" /></a></span></span></span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;"><span>Una delle ultime guide di nivologia che ho catalogato in biblioteca è<span style="color: #cc0000;"> Neve : compendio di nivologia :
formazione ed evoluzione della neve : ambiente e dinamica delle
valanghe : prevenzione e soccorso, di Renato Cresta edito a Ozegna da
Mulatero nel 2013</span> dove potrete trovare tutto ciò che vi può servire
per portare a temine in sicurezza una gita.
</span></span></span></span></span></div>
<span style="font-size: small;">
<span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">
<span>
</span>
<br />
</span></span></span><br />
</span><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;"><span>Renato Cresta, classe 1936, è
considerato uno dei massimi esperti di neve e valanghe a livello
mondiale. Fu uno dei primi a suggerire di usare l'esplosivo per fare
cadere le grandi quantità di neve che minacciavano strade, centri
abitati, e piste da sci e renderli sicuri. La sua vita è stata totalmente dedicata
alla montagna non solo in veste di appassionato ma anche come
lavoratore in quanto è stato ufficiale degli Alpini, Maestro di sci
alpino e di fondo, Guida escursionistica, membro del Corpo Nazionale
Soccorso Alpino e consigliere del Servizio Valanghe Italiano. E'
stato allievo di André Roch, anche lui esperto conoscitore del manto
nevoso, che una volta gli confidò di essere stato travolto da una
valanga "che non sapeva che lui fosse un esperto". Questo
per indicare che non si è mai finito di conoscere la neve, e che,
come mi dissero gli istruttori di scialpinismo del CAI Varallo, "La
valanga scende dove è sempre scesa, dove non è mai scesa e dove non
scenderà mai più". Un invito alla massima prudenza, quindi,
perchè l'importante è sì divertirsi ma ancora più importante è tornare a casa per
preparare la gita da fare la successiva domenica: la montagna sarà
ancora lì ad aspettarci. E se vi annoiate perché non ci sono le
condizioni per fare una gita, potete impegare qualche ora a leggere
questo libro. Ricordo ancora una cosa: ARTVA, pala, sonda non sono solo
l'indispensabile dotazione degli scialpinisti, ma anche di chi usa le
ciaspole, perchè il rischio è lo stesso.</span></span></span></span></span></div>
<span style="font-size: small;">
<span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">
</span></span></span>
<br />
</span><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;"><span>Parliamo un po di questo manuale. Manca un indice con il titolo dei
capitoli per arrivare velocemente all’argomento desiderato, ma ogni
capitolo ha un indice per trovare il paragrafo che interessa. In tutto sono 20 capitoli più due appendici la prima
delle quali è un utilissimo glossario e la seconda riguarda il
calcolo della pendenza del pendio.
</span></span></span></span></span></div>
<span style="font-size: small;">
<span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">
</span></span></span>
<br />
</span><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;"><span>Partendo da una ricerca sugli
scialpinisti che esamina in generale, fasce di età, sesso, capacità
e quant’altro riguarda il mondo di chi va con le pelli, iniziano i
capitoli che riguardano la nivologia spaziando dalla formazione
della neve e del manto nevoso, la sua evoluzione e le sue proprietà,
fino ad arrivare alle cause del distacco delle valanghe le loro
caratteristiche, l'attenta preparazione di una gita, e il soccorso in caso
di travolgimento. Vengono anche analizzati i vari mezzi di ricerca
dei travolti. È un libro a 360° sull’ambiente montano invernale e
su come affrontarlo con la massima sicurezza possibile.
</span></span></span></span></span></div>
<span style="font-size: small;">
<span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">
<span>
</span>
<br />
</span></span></span><br />
</span><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">
<span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">
<span> .....E ricordatevi: la valanga non sa che voi siete esperti........</span></span></span></span></span></div>
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: xx-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: xx-small;">
</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span>
Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4085715813380538056.post-59379509463510745362019-12-05T15:53:00.002+01:002019-12-06T16:30:21.935+01:00Camminate autunnali e non solo...<h4 class="post-title entry-title" itemprop="name" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">Camminate autunnali e non solo.
</span></span></h4>
<div class="post-header" style="text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: small;">Ciao a tutti,
</span></span></span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
</span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span>
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
</span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: small;">ormai siamo alle soglie dell'inverno
con giornate corte, con la prima neve, il primo ghiaccio al suolo.
Specialmente la sera, a volte non si ha tanta voglia di uscire di
casa ed allora perchè non trascorrere qualche ora in compagnia di un
buon libro? Vorremmo iniziare a proporvi, a cadenza quindicinnale,
alcuni titoli di libri che potrete trovare sui nostri scaffali.
Potranno esservi utili per organizzare le gite future siano esse di
escursionismo o scialpinismo o arrampicata, ma non saranno solo
giude, ma anche biografie, gialli, romanzi ecc... Magari vi aiuteremo
a scoprire qualche nuovo angolo delle nostre Alpi o di chissà dove. Insomma noi ci proviamo, poi starà a voi farci capire se
vi è utile oppure no.</span></span></span></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
</span></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq2E9UwauDhzHOBmb5FifupSAbpvpRbLI7pu8xQ_U3Wu88IcKPjOuWhAfbGe47RSy4h8bM4SLMU3wk6btKEQ4jfD3sxbG0L9w8xxgcS-xRptY0hSS3WgjuhrLWpVXZSAbPZCF_lH2lQoi2/s1600/lungo+i+ru.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="266" data-original-width="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq2E9UwauDhzHOBmb5FifupSAbpvpRbLI7pu8xQ_U3Wu88IcKPjOuWhAfbGe47RSy4h8bM4SLMU3wk6btKEQ4jfD3sxbG0L9w8xxgcS-xRptY0hSS3WgjuhrLWpVXZSAbPZCF_lH2lQoi2/s1600/lungo+i+ru.jpg" /></a></span></span></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: small;">Allora cominciamo con una guida che ci
svelerà un aspetto particolare che la Valle d'Aosta ha in comune con
il Vallese e la Val Venosta. Stiamo parlando di quei canali di
irrigazione, i più antichi dei quali da più di mezzo millennio
trasportano la preziosa acqua dei ghiacciai fino ai campi coltivati
ed ai pascoli di fondovalle. Se in Vallese si chiamano suonen o
bisses e in val Venosta sono i waale, nella Valleé si chiamano Ru e
possono essere lunghi anche diversi km. La loro caratteristica
principale è il poco dislivello che comportano, alcuni attraversano
tratti vertiginosi, altri hanno un percorso più tranquillo. Nella
guida che vi proponiamo dal titolo <span style="color: #cc0000;">"Passeggiando lungo i Ru: 30
passeggiate a contatto della natura in Valle d'Aosta" con autori
P. Barrel, A. Bovio, F. Dalle, edito da Martini Multrimedia Editore
nel 2008,</span> sono descritti appunto 30 itinerari che percorrono i
sentieri che costeggiano questi canali. Sono descritte tutte le
caratteristiche che servono per orientarsi nella scelta: lunghezza
del percorso sia in km che in ore di cammino, esposizione, dislivello
e periodo consigliato per l'escursione. Inoltre alcuni riquadri
approfondiscono aspetti naturalistici e storici della zona
attraversata dal Ru. Il più vicino a noi si trova in valle di
Gressoney : Ru de Gattlinery con 10 m di dislivello per 1 ora di
cammino, mentre in valle d'Ayas ci sono il Ru d'Arlaz disl. 174 m e
3,30 ore e il Ru Courtaud con 389 m di disl. e 2,20 di cammino. Tutto
sommato la consultazione di questa guida può aiutare a trascorrere
una piacevole giornata all'aria aperta, camminando senza fare molta
fatica alla scoperta di un mondo particolare, che finora è stato
conosciuto da pochi. </span></span></span></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span></span></span>
Biblioteca Italo Grassi Cai Varallohttp://www.blogger.com/profile/12543963987890974623noreply@blogger.com0